Raccolta differenziata, salta in questo paese: costa troppo

La raccolta differenziata della spazzatura, in Italia, è iniziata da parecchi anni, ma già alcuni comuni devono dire basta

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Indifferenziata (Foto di Ben Kerckx-Pixabay)

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In Italia si differenzia la spazzatura già da qualche anno. Alla presentazione della raccolta dati dell’indagine Comuni Ricicloni del 2019, il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti ha affermato che:

“come testimonia il rapporto, le amministrazioni comunali, regionali e centrali hanno un ruolo importantissimo. La raccolta differenziata non è che il primo passo propedeutico, ma non sufficiente, per superare i vecchi sistemi di smaltimento”

C’è chi ferma la raccolta dell’indifferenziato per motivi di costi

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Raccolta differenziata (Foto di Hans-Pixabay)

L’XI rapporto presentato nel 2020 da Conai e Anci, in materia di raccolta differenziata, attesta che sono stati fatti molti passi avanti. Le regioni più virtuose sono il Veneto, la Lombardia e la Sardegna. La Sicilia, purtroppo, non riesce ad ingranare.

Parliamo di raccogliere la spazzatura in modo da dare una seconda vita a determinati rifiuti, come la plastica, ma la percentuale dei rifiuti differenziati rispetto al totale si aggira ancora soltanto intorno al 55%.

Comunque, rispetto al 2016, l’Italia ha avuto un miglioramento del 3%, grazie agli italiani che hanno compreso quanto sia importante dividere le diverse tipologie di materiali. In questo periodo saremmo già dovuti arrivare al 65% di raccolta differenziata, ma purtroppo, lungo il cammino ci sono stati degli intoppi.

E’ il caso del comune di Riposto, in Sicilia. Il sindaco Enzo Caragliano ha annunciato misure drastiche per quello che riguarda la raccolta dell’indifferenziato. Le discariche sono al limite, e continuare a raccogliere significa arrecare un danno non da poco alle casse comunali.

I costi sono lievitati notevolmente. Se prima, la gestione si aggirava sui 180 euro a tonnellata, oggi si è passati a 360 euro a tonnellata. Il sindaco e presidente del Srr, la società consortile per azioni che si occupa del servizio di gestione integrata dei rifiuti, afferma che:

“Questi costi non sono più sostenibili – afferma Caragliano -; la differenziata a Riposto al momento si attesta attorno al 50%. In questa fase appare come un miraggio l’obiettivo del 65%”.

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E’ necessario un cambio di rotta immediato per evitare di aumentare i costi della tassa dei rifiuti agli utenti finali. Ma il sindaco ha reso noto che gli operatori ecologici raccoglieranno soltanto i rifiuti differenziati nella maniera appropriata, lasciando l’indifferenziato, che verrà raccolto soltanto quando sarà possibile farlo.

Una decisione sofferta, ma necessaria. Si provvederà, probabilmente, alla raccolta indifferenziata soltanto una volta al mese e, nei paesi interessati, si assisterà ad un accumulo di sporcizia e dei conseguenti odori fastidiosi che ne deriveranno.

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Caragliano spera ancora nel cambio di passo di coloro che, ad oggi, non si sono impegnati a sufficienza nel differenziare i rifiuti nei modi richiesti. Intanto, continua il primo cittadino, si intensificheranno le attività di vigilanza e saranno comminate sanzioni amministrative a carico dei cittadini inadempienti.

Oltre a Riposto, il provvedimento riguarderà anche i comuni di Adrano, Bronte, Randazzo, Maletto, Castiglione, Linguaglossa, Piedimonte, Calatabiano, Fiumefreddo, Mascali, Giarre, Santa Venerina e Acireale.

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