Il 20 ottobre si sono riunite a Roma le principali istituzioni scientifiche italiane nell’ambito del progetto “Agrifood systems based on circular economy” . Cosa è successo?
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Il Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia agraria) assieme alla Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) hanno promosso un dibattito.
In particolare ad esserne protagoniste sono tutte le istituzioni scientifiche italiane chiamate a partecipare all’evento “Agrifood systems based on circular economy”. Di che si tratta?
L’evento, che in italiano suona come “Sistemi agroalimentari basati sull’economia circolare”, si pone come obiettivo quello di ricordare i punti salienti fissati dall’Agenda ONU per il 2030, ma compie un passo ulteriore. L’invito delle principali istituzioni scientifiche italiane non è di certo casuale.
La partecipazione è infatti finalizzata alla creazione di un dibattitto capace di sensibilizzare su innovazioni scientifiche e tecnologiche nell’ambito della produzione alimentare. L’approccio è quello capace di stimolare connessioni e dialoghi fra diversi stakeholders coinvolti nel panorama dell’industria agro-alimentare.
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Gli obiettivi dell’Agenda ONU risultano così incentivati dal dibattito sulle innovazioni tecnologice e scientifiche raccolte sotto il nome di Strategia per la Scienza e l’Innovazione della Fao. Le sfide urgenti lanciate dal nostro pianeta coinvolgono la tutela della biodiversità e la riduzione massiccia di spreco e perdita alimentare.
Il convegno è stato articolato secondo tre macroaree tematiche: agrobiodiversità per sistemi produttivi sostenibili, diete sostenibili e sane per noi e per il pianeta, spreco alimentare ed economia circolare. Enti di ricerca e università italiane hanno sottoposto all’attenzione della vicedirettrice Fao e della chied scientist Fao lo stato dell’arte delle ricerche in materia.
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Gli speaker sono stati circa 17 seguiti da contributi audiovisivi di stakeholder ed esperti in good practises per la diffusione dei progressi e delle evidenze scientifiche. La diffusione di pratiche di sostenibilità e la sensibilizzazione sulla possibilità di alternative per un pianeta che cade a pezzi è la luce di cui il mondo ha attualmente bisogno.