Transizione energetica può essere la soluzione? C’è chi dice no, vediamo i motivi
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La transizione energetica è un complesso di azioni volte ad arrivare al passaggio dall’utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili a fonti rinnovabili. Si colloca all’interno di una più ampia transizione verso economie sostenibili attraverso l’uso di energie rinnovabili e l’adozione di tecniche di risparmio energetico e di sviluppo sostenibile.
Si tratta quindi di una importante sfida che tutto il mondo si trova a dover affrontare per determinare la decarbonizzazione attraverso l’elettrificazione dei consumi. Ciò si persegue rimpiazzando l’elettricità prodotta da fonti fossili con quella generata da fonti rinnovabili, rendendo più puliti via via anche gli altri settori come i trasporti, la digitalizzazione delle reti proprio per migliorare l’efficienza energetica. E non solo, si tratta di attuare un cambiamento di paradigma dell’intero sistema.
Transizione energetica una pura utopia? Il punto
Il periodo storico e geopolitico che stiamo attraversando con la profonda crisi energetica emersa prepotentemente con il conflitto in Ucraina, sta determinando nuovi scenari che il mondo si trova a dover affrontare. Per contrastare le evidenze si evoca e si propende verso la cosiddetta transizione energetica che sta coinvolgendo il Pianeta. Da un lato per tutelare la salute compromessa dello stesso e dall’altro per smarcarci dalla dipendenza dagli idrocarburi.
Ma secondo il rapporto del Manhattan Institute proprio la situazione generata dalla guerra ha reso chiaro a tutti la profonda dipendenza che il mondo ha ancora dagli idrocarburi. Mark Mills, avverte che rischiamo di illuderci rispetto all’assioma che passare alle energie rinnovabili come il solare, l’eolico e l’idroelettrico possa risolvere tutti i nostri problemi.
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Il punto di Mills
Mills ci riporta con i piedi per terra ricordandoci quanto ancora esista a livello globale un utilizzo massiccio di petrolio, gas naturale e carbone. La riduzione su questo fronte è esigua, solo due punti in meno del precedente ventennio e il dato allarmante è che oggi il 97% dei trasporti mondiali è ancora alimentato dal petrolio.
L‘impedimento principale alla velocità del raggiungimento della transizione è proprio fisico. Per ottenere le quantità di metalli necessari alla produzione delle rinnovabili le estrazioni minerarie dovrebbero aumentare di mille volte l’attuale capacità estrattiva. La tecnologia legata alle energie sostenibili presuppone il continuo consumo di metalli in misura notevolmente superiore a quello consueto. Siamo quindi ad un paradosso, per produrre energie pulite dobbiamo estrarre più metalli.
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Si allontana dunque per Mills l’idea di eliminare progressivamente gli idrocarburi attraverso l’utilizzo delle energie rinnovabili, e rilancia invece l’opportunità di migliorare l’efficienza della produzione di idrocarburi abbattendo le barriere poste in essere dalle politiche su investimenti e provvedimenti.
Punta tutto sulle innovazioni di software e di automazione per rivoluzionare le tecniche di produzione di idrocarburi nel settore petrolifero e in quello del gas. Ed è pure illusione pensare di forzare la transizione energetica poiché tutti i sistemi energetici richiedono l’uso massiccio di minerali e metalli per macchine e infrastrutture collegate alla produzione, allo stoccaggio e alla immissione in rete.