Un frutto, anzi il frutto più grande del mondo, il jackfruit, è una valida alternativa alla carne? Tra soia, tofu, surrogati e seitan, arriva un altro sostituto per preparare spezzatini e pietanze vegane che promette di far discutere: si tratta appunto del jackfruit.
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Si tratta di un frutto tropicale (nome scientifico heterophyllus artocarpus ) conosciuto come jaka o giaco, proveniente dall’India e sud est asiatico, che somiglia a una grossa palla ovale spinosa (che può arrivare a pesare fino a 50 kg!),
Il sapore? Un po’ insapore, che vira con un retrogusto tendente al dolce a seconda di cottura e maturazione. La consistenza però svela la sua origine come frutto, meno “soda” rispetto ad altre alternative vegetali come soia e seitan e ad alcuni potrebbe non piacere.
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Il jackfruit può essere considerato un vero e proprio superfood: senza glutine, è fonte di calcio e magnesio, è fonte di fibre, vitamina e B6 ed è poco calorico. Cosa rarissima in un frutto inoltre, è unabuona fonte di proteine. Ecco un altro motivo, non solo di gusto, per cui viene proposto come alternativa alla carne.
Qui in Italia è poco conosciuto ma ora, sta cominciando a diventare più conosciuto. Se ne parla nei forum tematici e anche in alcuni canali Instagram dedicati ai fruttariani.
Insomma bisogna importarlo. Le importazioni sono già visto che si comincia a trovarlo anche al supermercato, in confezione spesso nei reparti di cibo esotico, confezionato, con alcune idee per ricette sul retro.
Oltre che al supermercato (quelli più grandi e che offrono già assortimenti di cibo etnico), si trova anche in diversi store online e a volte in negozi etnici. Anche lo store online della chef Silvia Aliprandi nelle sue box fruttariane mette a disposizione anche il jackfruit.
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La chef fruttariana Silvia Aliprandi ad esempio ha sdoganato il jackfruit come alternativa alla carne e alla soia per i suoi piatti, regalando ricette e ispirazioni dai suoi canali social e dal suo blog su fruttarismo e carpotecnia. Alcuni consigliano di marinarlo con curcuma, zucchero di canna e olio per un quarto d’ora prima di rosolarlo in padella.
Un ottimo punto da cui partire per entrare nel mondo della carpotecnia (la tecnica di lavorazione dei frutti-ortaggi per ottenere piatti di vario tipo) e del corretto utilizzo del jackfruit.