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Mondiali di sci, non c’è abbastanza neve, cosa potrebbe succedere?

Mondiali di sci a rischio, già cancellate alcune tappe per mancanza di neve, l’ONU lancia l’allarme: cosa potrebbe succedere?

Atleta al mondiale di sci (Canva)

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L’ONU lancia l’allarme, l’ennesimo, per i cambiamenti climatici. Già da alcuni anni, infatti, la mancanza di neve sulle montagne ha influenzato i mondiali di sci e tutti gli sport invernali. Ma oggi, organizzare un mondiale del genere diventa sempre più complicato. Il surriscaldamento globale non fa sconti, generando uno scenario da brividi. Quello che si temeva si sta realizzando, anno dopo anno.

Il caldo anomalo degli ultimi anni, le temperature medie più elevate e le condizioni climatiche estreme hanno costretto la FIS, Federazione Internazionale Sci, a cancellare alcune tappe del mondiale. La coppa del mondo femminile, che sarebbe dovuta iniziare il 22 ottobre, inaugurata dalla gara di slalom gigante di Solden, in Austria, non si è potuta disputare per mancanza di neve.

I cambiamenti climatici si abbattono anche contro il mondiale di sci

Gara di slalom (Canva)

Tutte le paure si sono concretizzate, la FIS ha rilasciato un comunicato nel quale esprime le sue preoccupazioni e il suo rammarico per l’annullamento della tappa di esordio del mondiale. Peter Gerdol, direttore di gara della FIS, dichiara che le condizioni meteo non erano idonee per gli sciatori. Una pioggia fine era scesa sulla montagna austriaca, e si era trasformata in nevischio morbido. Troppo poco per permettere la gara.

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È la prima volta che una gara femminile di apertura viene cancellata, e ciò segue la cancellazione di altre due gare maschili nel 2017 e 2018. Mano a mano che si andrà avanti, saremo testimoni di numerosi annullamenti. I cambiamenti climatici avanzano imperterriti e la neve sarà destinata a scomparire. I mondiali di sci di quest’anno dovranno affrontare le bizze del meteo. Sono state annullate anche altre gare, come ad esempio quella del circuito Zermatt-Cervinia e quelle del 5 e 6 novembre.

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L’autunno è iniziato con il piede sbagliato, e sta proseguendo in malo modo, creando grandi disagi, non solo per quanto riguarda lo sport invernale. Le alte temperature del periodo sono il segnale di un cambiamento epocale e irreversibile. La montagna, inoltre, è uno degli ecosistemi più sensibili e fragili, ed è il primo indicatore del Global Warming. Bisogna agire al più presto, anche se ormai siamo in ritardo e i cambiamenti innescati sono irreversibili.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.