Curare la terra ed il suolo, tra nuove tecniche ed antiche saggezze

La cura della terra è fondamentale per ottenere ortaggi e frutta che contengano i nutrienti di cui abbiamo bisogno

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Agricoltura (Foto di r1g00-Pixabay)

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Il terreno nel quale seminiamo gli ortaggi o la frutta di cui poi ci nutriremo è di fondemantale importanza. Non parliamo soltanto dell’inquinamento, ma proprio della qualità del suolo che, sembra, manchi sempre di più di sostanze nutritive, di conseguenza anche ciò che mangiamo è sempre meno ricco di nutrienti.

Il suolo è una sostanza organica composta da minerali, è lo strato superficiale della crosta terrestre e ricopre 1/16 della superficie del pianeta. E’ un elemento essenziale per l’equilibrio degli ecosistemi e qualsiasi alterazione può ripercuotersi sulla sua capacità produttiva.

La cura della terra: un delicato equilibrio tra nuovo e antico

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Mietitrebbia al lavoro (Foto di Greg Larcombe-Pixabay)

Nei secoli passati l’agricoltura era un’attività fondamentale per la sopravvivenza umana. Spesso ogni famiglia si coltivava il proprio orto, per soddisfare le esigenze della famiglia. Con la rivoluzione industriale tutto è cambiato.

Le necessità di avere sempre prodotti a disposizione ha portato l’industria a produrre sempre più macchinari specifici per facilitare il lavoro del contadino.Oggi si parla di un’agricoltura diventata intensiva, che, spesso, non rispetta i cicli produttivi e stagionali.

Le nuove tecniche di produzione con i relativi macchinari sempre più sofisticati e sistemi di irrigazione più efficienti hanno portato ad una produzione eccessiva dimenticando che il suolo è un essere vivente, e che la sua popolazione di batteri e funghi è fondamentale per una sana coltura.

Uno dei fattori che hanno portato a questa situazione è l’uso eccessivo di pesticidi, fertilizzanti e fitofarmaci che, sicuramente hanno contribuito ad aumentare la produzione, ma anche a impoverire sempre di più il suolo.

L’aratro è stata un’invenzione che ha permesso di trasformare i terreni e di eliminare le erbacce, ma in questo modo, porta alla luce anche tutti quei microbi aiutano il benessere del suolo stesso, e, nel momento in cui vengono esposti al sole, inevitabilmente muoiono.

Ben Raskin, responsabile dell’Agroforestazione e dell’Orticoltura presso la Soil Association del Regno Unito, ci dice che è necessario ripensare a nuove tecnologie che siano più rispettose del suolo:

“Dobbiamo assicurarci che la tecnologia supporti la salute del suolo e delle piante”

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Alcuni produttori stanno già ripensando a macchinari che siano più delicati e che causino il minor danno possibile al suolo. Ma la parte più importante è quella che prevede un cambiamento da parte dell’uomo. Ripensare al proprio ruolo nell’equilibrio del pianeta è fondamentale.

La rotazione delle colture, le colture di copertura, la stagionalità dei prodotti, il minor uso di pesticidi chimici e il maggior rispetto dell’ambiente nella sua totalità, vanno integrati nel modo giusto con la tecnologia moderna.

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Sadhguru, un guru indiano molto seguito in questi ultimi tempi, sta conducendo una campagna chiamta SaveSoil. Il suo intento è sensibilizzare sia agricoltori che governanti al fine di tutelare e migliorare la qualità del suolo di tutto il mondo.

Forse anche il ritorno a tecniche dimenticate come la biodinamica o la permacoltura, introdotta negli anni ’70, possono essere un aiuto concreto alla conservazione e al miglioramento del suolo.

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