Anche il periodo freddo del Natale ci regala fiori colorati da coltivare sul balcone o nei nostri giardini
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Il nome botanico della rosa di Natale è Helleborus, noto anche come elleboro. Appartiene alla Famiglia delle Ranuncolaceae. E’ presente in tutto il bacino del Mediterraneo. Solo la specie Helleborus Thibetanus si trova in Estremo Oriente.
L’etimologia del suo nome sembra derivare dalla parola greca Helleboros, che indica un fiume del golfo di Corinto, dove anticamente la pianta cresceva in modo spontaneo e rigogliosa. Oggi è conosciuta come rosa di Natale, perchè il suo periodo di fioritura è proprio questo.
Una delle leggende che arricchiscono il mistero di questo fiore invernale, è proprio legata al suo nome popolare. Si narra che l’elleboro fu portato in dono a Gesù Bambino da una povera pastorella come simbolo della sua stima.
Nel giorno in cui i Re Magi giunsero alla grotta con regali molto preziosi, una pastorella iniziò a disperarsi perchè non aveva nulla da offrire. Pianse così a lungo che dalle sue lacrime nacquero i fiori bianchi e la parte finale degli stami dorata: era la Rosa di Natale.
Altre leggende arricchiscono la storia di questo bellissimo fiore, conosciuto e molto apprezzato nell’antichità. Oggi sappiamo che è una pianta tossica, ma un tempo era molto conosciuta dai guaritori che la utilizzavano nella cura di pazienti affetti da pazzia.
La sua fioritura ci regala piccoli fiori bellissimi dal tardo autunno all’inizio della primavera. E’ una pianta perenne e molto resistente. Una volta sfiorita, possiamo lasciarla riposare, per vederla rifiorire l’anno dopo.
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Il terreno che preferisce deve essere umido, ma ben drenato. La posizione dove metterla a dimora deve essere parzialmente all’ombra. Pacciamarla annualmente con compost organico naturale l’aiuterà ad essere rigogliosa. Teniamola, poi, sempre pulita dalle foglie secche e dai fiori ormai appassiti.
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Per vederla fiorire in tutto il suo splendore, mettiamola a dimora nei mesi tra settembre e ottobre. Ogni piantina deve avere una distanza dall’altra di almeno 30 – 40 cm, ad una profondità di 2 – 3 cm.