Il corbezzolo è una pianta sempreverde e molto longeva e ci regala i suoi colori e i suoi frutti fino alla fine di dicembre
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Il nome deriva dal latino volgare corbitjus, incrocio tra corba e darbuteus. Il nome scientifico della specie, unedo, è di probabile origine preromana. Plinio il Vecchio, sosteneva che il significato fosse da attribuire al fatto che si dovesse mangiare solo un frutto, unum uno, ed edo mangio, perché troppi sarebbero stati nocivi.
In greco antico il corbezzolo è kòmaros Da questo deriva anche il nome del Monte Cònero nelle Marche, il promontorio sulle cui pendici sorge Ancona, particolarmente ricca di queste piante. Secondo la tradizione, mangiare molte bacche produce una leggera sensazione di ubriachezza. Nell’antichità, infatti, l’ albero era sacro al dio greco Dioniso, o Bacco.
Conosciamo più da vicino il corbezzolo
E’ un albero da frutto sempreverde appartenente alla Famiglia delle Ericaceae e al genere Arbutus. Diffuso sulle coste meridionali dell’Irlanda ed uno dei componenti principali della macchia e foresta mediterranea.
Ospita contemporaneamente fiori e frutti maturi. Si presenta come un cespuglio o pianta, che può raggiungere un’altezza di 10 m. Molto ramificato, con rami giovani di colore rossastro, assai decorativi. La corteccia scura è molto dura e si squama, ma l’insieme appare naturalmente di aspetto armonico ed ordinato.
È una specie molto longeva, può diventare plurisecolare. Il fogliame ha una forma ovale lanceolata, margini dentellati con larghezza dai 2 ai 4 cm e lunghezza dai 10 ai 12 cm circa. La superficie è coriacea e si presenta lucida di colore verde-scuro o chiaro inferiormente.
I fiori sono riuniti in gruppetti penduli che ne contengono tra 15 e 20, di colore bianco, giallastro. Compaiono in novembre, sono profumati e ricchi di nettare. Se il clima non è già troppo freddo, se ne ricava l’ultimo miele, prima che le api si ritirino per l’inverno.
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I frutti sono bacche sferiche di circa due centimetri, carnose e rosse, ricoperte di tubercoli abbastanza rigidi. Maturano da ottobre a dicembre. Con la fermentazione si ottiene il vino, a bassa gradazione alcolica, mentre, attraverso la distillazione si prepara un’ottima acquavite. Se posti in macerazione per 10, 30 giorni, in soluzione alcolica, producono un delicato liquore.
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Possiamo consumare i corbezzoli freschi o conservarli sotto spirito. Sono ottimi per preparare confetture, mostarde, o per essere caramellati con lo zucchero. Non esistono controindicazioni specifiche al consumo dei corbezzoli salvo, come sempre, non vi sia un’allergia specifica.
Il suo aspetto particolarissimo dovuto alla presenza dei frutti rossi maturi con i nuovi fiori bianchi ed il fogliame verde, lo hanno fatto assimilano ai colori della bandiera d’Italia, infatti, il corbezzolo è considerato, sin dal Risorgimento, uno dei simboli d’Italia.