La paura è un’emozione che ci assale e ci paralizza quando viviamo un’esperienza particolare, ma grazie all’istinto possiamo affrontarla
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La paura è classificata come un’emozione negativa provocata da una situazione di pericolo, alla quale il nostro istinto primordiale di sopravvivenza risponde in modi particolari. Ognuno di noi, infatti, ha reazioni diverse, legate, spesso, anche al nostro vissuto personale.
Nel momento in cui un avvenimento o una fantasia scatenano in noi l’emozione della paura, il nostro corpo reagisce per difendersi. Il sistema nervoso autonomo prepara l’organismo alla situazione di emergenza che stiamo per affrontare. Le funzioni organiche si limitano allo stretto necessario, mentre il cuore batte all’inverosimile.
Se l’adulto riesce ad affrontare meglio il momento in cui si trova ad avere paura, nei bambini, soprattutto quando sono piccoli, e ancora non sono preparati, può arrivare a sfociare addirittura in attimi di panico.
Le paure possono essere legate ad un avvenimento esteriore, ma, a volte, si possono scatenare dal nostro mondo interiore, dal nostro vissuto con il quale non abbiamo ancora fatto pace. Eppure quella sensazione di brivido ci attrae, tanto che ci spinge a guardare thriller o film horror.
Il Direttore Scientifico del San Martino di Genova e neuroscienzito Antonio Uccelli, in un’intervista ha spiegato che i segnali, a livello organico, nascono nell’amigdala, un complesso nucleare posizionato nella parte dorsomediale del lobo temporale del cervello e che gestisce le emozioni. Ha inoltre aggiunto che:
“In una situazione attivante, potenzialmente pericolosa, l’amigdala stimola l’ipotalamo, che attiva a cascata il sistema nervoso simpatico e il sistema corticale surrenale provocando un flusso improvviso di ormoni e innescando la risposta di lotta o fuga”.
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Il Professor Matteo Pardini, Associato di Neuroscienze del San Martino e dell’Università di Genova ed esperto in scienze cognitive ha aggiunto che esiste anche una seconda via oltre a quella dell’amigdala, e cioè:
“La seconda via è un percorso più lento e indiretto: le informazioni vengono inviate dal talamo alla corteccia, lo strato più esterno del cervello, associato alla coscienza, al ragionamento e alla memoria. Questo consente di analizzare la minaccia e ci consente di determinare se siamo in pericolo reale“.
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Nel momento in cui stiamo guardando un film horror o leggendo un thriller, esiste un attimo in cui l’ondata di paura, che ci paralizza, è seguita da una sensazione di sollievo. In questo caso il cervello prova una sensazione di benessere grazie al rilascio di alcuni trasmettitori, le endorfine e le dopamine, che innescano un attimo di euforia.