La Guerra Fredda tra Stati Uniti e l’allora URSS è passata anche per la conquista dello spazio. E i sovietici sacrificarono Laika
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I più giovani non sanno minimamente cosa sia la Guerra Fredda. Già il nome di queto enorme conflitto è particolare. Una guerra non combattutta senza armi. Questa è infatti la contrapposizione politica, ideologica e militare che si creò, dopo il 1947, tra le due super potenze, Stati Uniti e URSS, che vinsero la II Guerra Mondiale.
Questi due divisero il mondo in sfere di influenza e in blocchi internazionali. A Occidente gli Stati Membri della Nato, a Oriente (più alcuni del Sud America) quelli del Patto di Varsavia. E’ periodo in cui gli americani temevano l’utilizzo dell’atomica da parte del Cremlino e in cui Berlino era divisa in due. Anni molto tesi, in cui sembrava che un’altra guerra potesse nuovamente scoppiare per l’affermazione di uno sull’altro. Soprattutto dopo la crisi missilistica della Baia dei Porci di Cuba. Ma questa affermazione passava inevitabilmente anche per la conquista dello spazio…
Come detto uno l’affermazione di una delle sfere di influenza passava anche per la conquista dello spazio. Una vera e propria missione militare che ha vissuto di furti di informazioni, calcoli e quanto altro. Un obiettivo che alla fine vincerà l’America con l’equipaggio dell’Apollo 11 che, il 20 luglio, effettuò il primo allunaggio. Ma prima di questo punto, i Sovietici mandarono nello spazio, il 3 novembre del 1957, la cagnolina Laika. E fu la prima creatura vivente ad andare in orbita.
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La missione di Laika, volata nello spazio con il lancio dello Sputnik 2, era una missione suicida a cui nessuno essere umano voleva prendere parte. E per questo l’URSS, decisa ad effettuare un primo importante passo vero la corsa allo spazio, decise di mandare il cane. Un cane randagio da sacrificare di cui nessuno avrebbe sentito la mancanza.
Ma perché il Cremlino decise di mandare Laika, il cui vero nome era Kudrjavka, ovvero ricciolina. nello spazio? Banalmente per un esperimento. Infatti la capsula Sputnik aveva dei sensori per monitorare i segnali vitale del passeggero. E visto che nessuno si offrì volontario si optò per la piccola cagnolina. Ma attenzione a pensare che l’unico problema fu il lancio, vi sbagliate di grosso. Infatti nelle tre settimane precedenti al lancio Laika patì molte torture. Ad esempio fu costretta a vivere in una gabbia estremamente stretta o come quando fu incatenata alla navicella tre giorni prima del lancio.
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Quanto sopravvisse Laika a seguito al lancio nello spazio è, ancora oggi, un mistero: secondo il Governo sovieta, la cagnolina sopravvisse per oltre quattro giorni. Secondo invece le ricerche dello scienziato russo Dmitrij Malashenkov, Kudrjavka morì poche ore dopo il lancio a causa dei forti sbalzi di temperatura all’interno della navicellla. Non si escludono però le opzioni di asfissia a seguito di un problema al sistema di aereazione dello Sputnik II.