La vita dei nostri antenati ora è un poco più chiara, grazie a nuove tecniche utilizzate per lo studio del DNA umano
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L’uomo di Neanderthal era molto simile all’Homo sapiens. Visse nel periodo del Paleolitico medio, tra i 200.000 e i 40.000 anni fa. Il nome deriva dalla zona in cui furono ritrovati i primi resti, la Valle di Neander, a Düsseldorf, in Germania.
Si pensa fosse un Homo evoluto, pari al Sapiens, poichè sono stati ritrovati, insieme ai resti, degli utensili utilizzati per la vita quotidiana e delle armi finite, pronte, cioè, all’uso. Scomparve in tempi brevi, ed è un enigma che ancora gli studiosi non hanno saputo spiegare.
Come vivevano le famiglie nel Paleolitico medio?
I libri di storia hanno sempre presentato la vita degli uomini preistorici come scandita dalla caccia ad animali di cui, poi, si nutrivano, insieme a tuberi, semi e frutta. I Neanderthal si sedevano intorno ai loro focolai, e facevano cuocere il loro cibo sulle pietre arroventate dalle fiamme del fuoco.
I resti sottoposti a questa ricerca sono quelli ritrovati in una grotta della Siberia. Un nucleo famigliare complesso che offre la possibilità di vedere come fosse l’organizzazione sociale dei gruppi umani dell’epoca. Non solo, ma anche di quanto le diverse comunità fossero collegate tra loro attraverso la migrazione femminile.
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Il ritrovamento del dna mitocondriale ritrovato nei fossili e che si trasmette per via materna, è più vario rispetto a quello paterno che contiene i cromosomi Y. Ciò sembrerebbe significare che, nelle comunità di Neanderthal, fossero le donne a spostarsi da un gruppo all’altro. Al contrario gli uomini raramente cambiavano il gruppo di origine.
Proprio lo spostamento delle donne da una comunità all’altra, avrebbe portato ad una prematura estinzione delle famiglie di Neanderthal. Questo perchè gli incontri e i relativi accoppiamenti con Denisoviani e Homo sapiens avrebbero dato origine a gruppi misti, ed è un fatto accertato,dal ritrovamento dei resti di una bimba con DNA di entrambe le speci.