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Bioplastiche compostabili, sono davvero sicure? Un focus sulla faccenda

In commercio, oramai, si trovano prodotti in bioplastiche compostabili. Queste possono essere buttate tra i rifiuti organici. Ma quanti dubbi

Piatti biocompostabili (Foto Pixabay – Modifica Orizzontenergia.it)

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Le plastiche sono elementi chimici, spesso a base di petrolio. Questo è un materiale incredibile e che, giorno dopo giorno, è diventato protagonista delle nostre vite. Ma da quanto fu inventata nessuno immaginava i rischi ambientali che questa rappresentava. O forse Leo Baekeland, il chimico belga che inventò la bachelite nel 1907, o nemmeno il tedesco Fritz Klatte, inventore  del polivinilcloruro (PVC), immaginavano che le generazioni successive lasciassero questi oggetti, come piatti, bottiglie e bicchieri in mezzo alla natura.

Infatti non bisogna dimenticare ma che, contenendo sostanze chimiche, queste vengono rilasciate nell’ambiente circostante raggiungendo anche le falde acquifere in profondità che poi sono assunte. Non si può non sottolineare poi, come quelle lasciate nell’acqua, ci mettono dai 400 ai 450 anni per essere smaltite. E proprio per questo che è stata inventata la bioplastica compostabile.

Bioplastica compostabile, quanti dubbi a riguardo

Piatti biocompostabili in una corsia di un supermercato

Le bioplastiche compostabili è un materiale oramai per le buste della spesa, ma anche bicchieri, piatti e tantissimi altri oggetti. Sulla carta, questi, sono l’alternativa più sostenibile rispetto alla classica plastica. Ma non mancano, soprattutto in Italia, i dubbi. Soprattutto su dove deve essere buttata.

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Questa nuova plastica è biodegradabile e compostabile, il che significa che il prodotto si biodegrada, al 90%, in appena sei mesi. Senza dimenticare che in 3 mesi la bioplastica perde la visibilità disitengrandosi nel compost. E già da qui si può capire che questa vada gettata nell’umido e come questa non rovini il compost, visto che si comporta proprio come un qualsiasi materiale di origine vegetale come i pezzi di legno.

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Naturalmente tutto è possibile solo quando tutto l’imballaggio certificato come compostabile. Per essere sicuri che lo siano basta cercare il simbolo che assicura che questa bioplastica si disintegra quando buttata nell’umido. E proprio questa certificazione, troppe volte, manca in Italia. Infatti su 10 buste della spese analizzate 4 non sono compostabili e, dunque, illegali. Non si può dimenticare come il riciclo di questo imballaggi permette al Bel Paese di produrre oltre a 2 milioni di tonnellate di compost e un risparmio di 4,3 milioni di tonnellate di CO2 in un anno.

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