Effetto Matilda, le donne ci stanno facendo ancora i conti

L’effetto matilda è prima di tutto un fenomeno sociale. Di cosa si tratta? Sono le donne a reggere il carico di un fenomeno radicato nella cultura europea.
effetto matilda cultura
Scienziati – foto da pixabay
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A parlare dell’effetto Matilda fu, per la prima volta, nel 1993, una storica della scienza. Margaret W. Rossiter si riferisce con questo nome ad un fenomeno culturale e sociale di primario interesse negli studi relativi alla questione del genere.
In linea del tutto generale il fenomeno descrive una tendenza complessiva della società scientifico-accademica a ridimensionare, declassare e subordinare i meriti scientifici ascrivibili al lavoro di scienziate, filosofe, scrittrici e studiose in genere per via del loro sesso.

Effetto Matilda: la sottile discriminazione che resiste al passare del tempo

effetto matilda donne
idea al femminile – foto da pixabay

Dopo aver definito le coordinate generalissime del fenomeno, resta sicuramente una domanda da porsi: chi è Matilda? Matilda Joslyn Gage è stata una scrittrice, saggista e attivista americana autrice di numerosissimi paper e scritti di matrice filosofica che non hanno evidentemente goduto della medesima considerazione riservata ai colleghi accademici di sesso opposto.

L’effetto Matilda è stato comprovato da una ricerca sperimentale effettuata su un campione di circa 1.000 articoli realizzati fra il 1991 e il 2005. Cosa ha evidenziato l’indagine? In questo lasso di tempo sono stati gli articoli e i saggi degli uomini ad essere citati con maggiore frequenza in diversi ambiti di specializzazione.

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Questa sottile, ma non troppo, discriminazione ha di fatto influenzato lo stato dell’arte delle ricerche favorendo la diffusione di quei lavori realizzati da uomini. Ad oggi il fenomeno è tutt’altro che estinto. Un esempio molto semplice della consolidata e naturalizzata subalternità riservata al sesso femminile ci viene direttamente testimoniata dalla necessaria istituzione delle cosiddette “quote rosa“.

Questo provvedimento legislativo è stato inserito nell’agenda governativa italiana come meccanismo di prevenzione della discriminazione del sesso femminile dalle cariche pubbliche o private della classe dirigente. Tradotto in parole povere ciò significa che ci si è accorti che le donne mancavano dalle liste elettorali, dai vertici aziendali e dai consigli di amministrazione.
La carenza non è stata di certo additata ad una mancanza d’iniziativa quanto piuttosto all’oggetto dell’articolo presente. E’ l’effetto Matilda, quella naturale tendenza a considerare il sesso femminile marginale e non adatto a ricoprire cariche ai vertici della società. Nel 2003 a tal proposito sono stati modificati l’articolo 51 della Costituzione assieme al Codice per le pari opportunità di modo da garantire la rappresentatività femminile nella composizione degli organi di stato.
Il fenomeno affonda le sue radici sociologiche in un passato antichissimo. Già nell’Odissea i lavori deputati al gentil sesso vengono da Omero identificati nella dedizione all’arte della tessitura tramite fuso e telaio. Anche nella tradizione filosofica antica si registrano simili classificazioni settoriali. Aristotele definisce il ventre della donna come un forno destinato ad accogliere una “forza vitale” direttamente e univocamente proveniente dall’uomo.
La donna angelo del focolare è un’immagine che da tempi antichi continua ad ossessionare l’immaginario maschile collettivo portando culture e costumi a rizzare le orecchie ogni qualvolta una donna mostri capacità eguali se non maggiori rispetto a chi invece “ha gli attributi”. Nel medioevo l’educazione e l’istruzione venivano garantiti ai soli uomini e le donne, dall’alba dei tempi, hanno dovuto escogitare sempre nuovi piani per poter accedere alle risorse destinalmente riservate agli uomini.
Se è vero che non siamo più nel Medioevo, nella Grecia del V secolo a. C o nell’Itaca dei poemi omerici, non è lo stesso per il fenomeno culturale che da quei tempi si tramanda e si è tramandato sino ai giorni nostri. Attivismo e mobilitazione sembrano al giorno d’oggi muovere nella giusta direzione ma la tradizione sembra difficile da sradicare.
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