L’aquascaping è l’arte di arredare un acquario, cercando di ricostruire l’ambiente naturale per ospitare i pesci senza stress.
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Non è semplice ricostruire, all’interno di una vasca, uno scenario del tutto naturale, qualsiasi tipo di scenario naturale, anche boschi e zone montuose, ma ovviamente sommerse dall’acqua. L’aquascaping offre molto lavoro ed è un’arte per veri appassionati, ma sa regalare enormi soddisfazioni, inoltre, una volta terminata la progettazione, è una meraviglia da contemplare.
Un acquario che riesce a evocare la natura stessa, dando vita a un micro mondo, ma bisogna avere la padronanza delle tecniche. Ad esempio, è essenziale saper come coltivare le piante acquatiche, per farle crescere belle e sane. Inoltre, bisogna creare situazioni naturali armoniose, giocando con forme, colori e prospettiva. Come iniziare?
Si deve pensare a un habitat in scala, dove tutto il materiale utilizzato deve essere in rapporto. Occorre essere precisi e buoni osservatori. Ma quali materiali ci occorrono, per iniziare? Ovviamente, le piante sono essenziali. Bisogna coltivare e fertilizzare le piante acquatiche, in molti casi occorre anche potarle. E poi dobbiamo inserire nell’acquario anche rocce, sabbia, substrati diversi, tronchi e i vari nascondigli per i nostri pesci.
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Questa disciplina, come facilmente intuibile, è nata in Giappone, dove ci sono i grandi maestri dell’arte in miniatura. Dopo i bonsai, ecco che l’aquascaping si sta diffondendo sempre di più in tutto il mondo. La creazione di micro mondi sommersi affascina tutti, prendendo origine dai giardini Zen all’interno dei centri urbani. Riuscire a creare uno spazio naturale e verde in una zona definita e limitata rappresenta una sfida.
Esistono persino dei corsi di aquascaping, oppure manuali cartacei e online su questa disciplina. Per iniziare bisogna munirsi di un kit apposito, che si trova nei negozi di acquari oppure sul web. È economico e comprende pinzette, forbici, retino, sacchetto, spatola e un alimentatore in plastica. Come afferma il fondatore dell’aquascaping, Takashi Amano, per praticare questa arte bisogna osservare attentamente la natura che ci circonda e imparare da essa.
Per iniziare, il consiglio è quello di acquistare una vasca né troppo piccola né troppo grande. Dimensioni medie, 50-100 litri, sono più facili da gestire. Dunque, servono un buon riscaldatore termostato, un efficiente sistema di filtrazione e di illuminazione, e il fertilizzante per le piante.
Per far crescere bene le piante occorre un fondale semplice, come sabbia, ghiaia, mescolato a uno strato di concime. Una volta arredato l’acquario e averlo riempito di acqua, occorre attendere che il microclima crei batteri. Perciò non bisogna mettere subito i pesci. Si devono prima creare le condizione giuste per ospitare gli animali. Bisogna rispettare il ciclo dell’azoto, dove le sostanze inquinanti vengono eliminate.
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Nel filtro si versano i batteri vivi, acquistabili nei negozi, e bisogna trattare l’acqua di rubinetto con un biocondizionatore, per neutralizzare le sostanze pesanti. Altrimenti si utilizza acqua osmosi. Dopo due settimane, l’ecosistema si attiva, a questo punto, si può versare il fertilizzante. Si può anche cambiare un decimo dell’acqua a settimana, per altre due settimane, versando ogni volta il biocondizionatore. Dopo un mese, si versano altri batteri. Infine, si possono inserire i pesci.