Vi siete mai chiesti di chi sia il vero volto del “Tre di bastoni” delle carte napoletane? Oggi vi mostreremo un video che spiegherà di chi si tratta.
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I giochi da tavola, oltre a essere un valido motivo per trascorrere del tempo in compagnia degli amici, spesso e volentieri nascondono dietro di sè anche interessanti storie.
Si tratta, infatti, di giochi molto antichi che vengono tramandati di generazione in generazione. Molto probabilmente il gioco più antico è proprio quello delle carte. Ci sono carte differenti per ogni regione del mondo, alcune antichissime altre più recenti.
Anche qui in Italia abbiamo secoli di tradizioni di carte, tanto da avere diverse tipologie di carte per le diverse zone d’Italia. Sicuramente le più famose restano le carte napoletane, quelle carte utilizzate per giocare a “Scopa” o a “Briscola”, caratterizzate da un mazzo di 40 carte costituito da 4 diversi semi.
I 4 semi si suddividono in Coppe, Bastoni, Spade e Denari ed ogni seme dispone di carte numerate da 1 a 7 e 3 figure, ovvero il Fante, il Cavaliere ed il Re. Anche alcune carte numerate, però, hanno delle figure, come per il caso del “Tre di bastoni”.
Questa specifica carta presenta un volto dall’aspetto quasi inquietante. Ma è realmente di qualcuno questo volto? Scopriamo insieme la storia della faccia del “Tre di bastoni”.
La storia del volto del “Tre di bastoni”
Il “tre di bastoni” è una carta napoletana che presenta il volto di un uomo apparentemente arrabbiato. Quest’uomo è in realtà realmente esistito ed il suo nome è Nicola Jossa. La sua storia ci viene spiegata nel dettaglio in questo VIDEO della pagina TikTok @storiedinapoli.
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Nicola Jossa era un guappo che diventò ben presto il Commissario di Pubblica Sicurezza di Napoli. Diversi autori del Risorgimento parlano di questo personaggio, chi bene e chi male.
Secondo alcuni Jossa era addirittura un grosso camorrista, mentre per altri non era altro che un semplice delinquente di quartiere. Viene citato addirittura negli atti parlamentari del 1861 per essersi distinto nella Guardia Nazionale riformata da Liborio Romano.
Sotto il regime borbonico Nicola Jossa era diventato noto per utilizzare bene in randello, una particolare arma per cui si distingueva nel quartiere. Con questa arma tendeva agguati ad intere pattuglie di polizia e la sua violenza divenne ben presto nota.
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Questa violenza ed il suo randello lo hanno reso così famoso da farlo diventare un mito popolare, e da fargli “meritare” la presenza del suo volto sulle carte napoletane.