E’ stata fissata la data dell’inizio della settimana lavorativa corta. Un’iniziativa sostenuta e promossa dalla Ministra del Lavoro della Solidarietà e della Previdenza
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Se ne parla oramai da un po’ di tempo, ma della settimana corta, fino a qualche settimana fa non c’era traccia. Ora invece arrivano ottime notizie a riguardo. Merito dell’adesione, di circa un anno fa, Spagna ai quattro giorni lavorativi settimanali invece che dei classici cinque.
E dopo le tante discussioni dei mesi e anni scorsi, ora questa sembra sembra essere pronta alla realizzazione di una prima fase di studio che potrebbe, poi, diventare definitiva visto che il governo spinge molto affinché ciò avvenga.
La settimana corta porterebbe moltissimi vantaggi. In Italia, ad esempio, alcuni istituti bancari hanno iniziato a dialogare con i sindacati per limanarne i dettagli. Ma oltre a questi anche lo stilista e imprenditore Brunelli Cucinelli si è schierato, da tempo, a favore di questa. Eppure i quattro giorni lavorativi non riguardano ancora il Bel Paese.
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Infatti questa iniziativa verrà applicata, dopo la Spagna, in Portogallo dove Ana Mendes Godinho, ministra del Lavoro, della Solidarietà e della Previdenza Sociale. I vantaggi di questa iniziativa – secondo la donna – sarebbero innumerevoli sia per il datore di lavoro che per gli stessi dipendenti. Sia che operino nel pubblico che nel privato. Ma non sarà definitiva perché i primi sei mesi del 2023 – con possibilità che venga rinnovato fino al 2024 – serviranno per capire se questo progetto avrà, come tutti sperano, effetti positivi. A riprova di quanto sostenuto dalla ministra lusitana i vari sondaggi effettuati a molte aziende dai quali si evince come questi siano disponibili a variare gli orari lavorativi dei loro dipendenti. Anzi addirittura le società che si occupano di servizi avvertono l’esigenza dei loro dipendenti di conciliare al meglio la vita privata con quella lavorativa.
Eppure in Portogallo la settimana corta non è una vera e propria novità visto che, tra il 1999 e il 2014 il Governo aveva permesso ad alcune aziende di introdurrla con una restrizione: una riduzione del 20% dello stipendio. Un dettaglio non affatto trascurabile che pesò notevolmente sull’adesione da parte di molti dipendenti. Oggi invece questa decurtazione non è contemplata.
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Addirittura le associazioni sindacali lusitane si sono già dichiarate favorevoli a discutere del nuovo orario lavorativo purché gli stipendi non vengano tagliati o che non venga aumentato il carico di lavoro. Non si può poi non dimenticare come con i quattro giorni lavorativi diminuiscono anche le emissioni di gas serra.