Quando decidiamo di rustrutturare la nostra casa, dobbiamo pensare anche a come smaltire nel modo corretto i rifiuti inerti
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Nel momento in cui si decide di ristrutturare una casa, è necessario mettere in conto ogni tipo di rifiuto che dovrà essere smaltito. In questo caso si parla di rifiuti inerti, cioè quei prodotti che derivano da una demolizione o, anche, dalle attività di scavo.
Per il principio dell’economia circolare, questi non sono rifiuti inutili, anzi, possono essere impiegati di nuovo e sempre nel settore delle costruzioni, come per esempio nella realizzazione dei fondi stadali.
Nello specifico, secondo L’Associazione Nazionale Produttori Aggregati Reciclati:
“Sono rifiuti inerti quelli che non subiscono alcuna trasformazione fisica, chimica o biologica significativa. I rifiuti inerti, quindi, non si dissolvono, non bruciano né sono soggetti ad altre reazioni fisiche o chimiche, non sono biodegradabili e, in caso di contatto con altre materie, non comportano effetti nocivi tali da provocare inquinamento ambientale o danno alla salute umana.”
Vanno sicuramente gestiti in modo particolare e smaltiti in modo specifico e diverso rispetto ai rifiuti urbani. Se, per esempio, siamo noi in prima persona a dover smaltire un sanitario, dobbiamo recarci nella discarica del nostro comune e chiedere dove è possibile gettarlo. Ci indirizzeranno, eventualmente, nei posti specializzati per lo smaltimento e il recupero.
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Dal 4 novembre scorso, con il DM 152 del 27 settembre 2022, il Ministero della Transizione Ecologica ha messo in campo un importante provvedimento per lo smaltimento e il recupero dei rifiuti inerti derivanti dal campo delle costruzioni e di quelli di origine minerale.
L’intervento è in linea con gli obiettivi previsti dal Piano europeo d’azione e dalla strategia nazionale approvata in ambito PNRR. Il DM è composto da 8 articoli e 3 allegati, nei quali si definiscono quali sono i rifiuti interessati, i criteri di conformità del tipo di rifiuto e gli scopi specifici del riutilizzo degli stessi. Infine specifica anche quali sono gli obblighi documentali.
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Si tratta di un provvedimento molto importante, come spiega lo stesso Ministero, in quanto interessa numerose imprese, sia piccole che medie e grandi. I tecnici, seguendo le indicazioni del Ministro Pichetto, sono già al lavoro.
Con l’aiuto di ISPRA e ISS, si stanno già impegnando al fine di acquisire gli elementi tecnici in ambito ambientale e sanitario, per poi apportare eventuali modifiche al provvedimento. La raccolta dei dati dovrà essere terminata prima della fine della fase di monitoraggio prevista in 180 giorni successivi alla data di entrata in vigore della norma.