Le grotte di Pertosa dopo 20.000 anni, finalmente, ci regalano uno spettacolo bellissimo, un ottimo motivo per visitarle
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Pertosa è un piccolissimo comune italiano che si trova in Campania, in provincia di Salerno. E’ abitato soltanto da 651 persone che vivono tra la valle dei monti Alburni e Valdiano, vicino al parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano.
E’ divenuto popolare grazie alle grotte che ospitavano gli abitanti moltissimi anni fa. Nell’XI secolo i Frati Benedettini bonificarono la zona e iniziarono la coltivazione degli ulivi. Questo fu un periodo molto fiorente per il paese. Venne donato un casale, un mulino e nel 1183 la grotta.
Le grotte di Pertosa si arricchiscono di una novità attesa da 20.000 anni
In seguito, intorno al 1500, la popolazione aumentò grazie alle favorevoli condizioni climatiche, tornarono anche i Benedettini che ricostruirono il monastero andato in rovina. Verso la fine dell’800 Paolo Caarucci esplorò la grotta e rinvenne molti reperti che classificò nel suo libro “La grotta di Pertosa“.
Fu proprio grazie alle grotte che Pertosa divenne un famoso centro turistico molto conosciuto anche ai giorni nostri. Sono grotte molto estese e non si ha una completa e precisa mappatura. All’interno si trovano una serie di cavità che hanno scavato la parte settentrionale dei Monti Alburni.
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Si pensa che abbiano avuto origine da fenomeni tettonici e dall’oscillazione del livello di base della falda idrica. Oggi è opinione comune che le acque che fuoriescono dalle grotte siano da collegare ad alcuni punti di emergenza della falda freatica presente all’interno del Massiccio degli Alburni.
Le grotte sono attraversate da un fiume conosciuto con il nome di Negro. E sono tra le poche grotte clasificate non marine, ma che hanno al loro interno un corso d’acqua navigabile in barca. Altra caratteristica che le fanno essere una meta turistica molto conosciuta.
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Le stalattiti e le stalagmiti presenti nelle grotte hanno dato origine ad un fenomeno particolarissimo. Era atteso da millenni. Infatti sono i tempi necessari perchè le acque percolanti trasportino minerali e calcare i quali danno, poi, forma, ai blocchi calarei. Il calcare, infatti, per crescere di un solo centimetro impiega addirittura 100 anni.
Il fenomeno ha dato vita a quello che è stato chiamato il bacio, ma in realtà si tratta edl congiungimento di due parti delle rocce che si sono unite diventando un unico corpo che prenderà il nome di colonna.