Legna dura o dolce: i ceppi da ardere non sono tutti uguali. Alcuni sono adatti per il riscaldamento e altri no: ecco come riconoscerli
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La legna è stata per decenni il mezzo che ha permesso agli uomini di riscaldarsi e non solo e oggi dopo diverso tempo in cui era stata soppiantata da mezzi più comodi ed economici, sta tornando prepotentemente “di moda”.
Il costo del gas è diventato troppo esoso per molte famiglie che si sono impegnate a trovare strade alternative per riscaldare le case durante l’inverno. Un ritrovato utilizzo quello della legna che da un lato va a favore del contrasto al cambiamento climatico in quanto la quantità di anidride carbonica emessa con la combustione è pari a quella assorbita nel processo di fotosintesi e dall’altro appare conveniente per i costi di approvvigionamento.
Ma come riconoscere la qualità della legna in base all’aspetto? C’è legna dura e legna dolce, adesso ti spieghiamo tutto.
In Italia, oggi, sono ancora tante le famiglie che usano la legna per riscaldarsi. Sono ben 4,5 milioni che con distribuzione diversa, tra nord e sud e piccoli centri soprattutto di montagna, approfittano del buon vecchio fuoco per tenere calda la casa e produrre anche acqua calda.
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Molti negli ultimi anni hanno deciso di utilizzare il pellet, forma moderna di materiale legnoso, più comodo e meno polveroso. Ma sai come si sceglie la legna e perché si parla di legna “dolce” o “dura”?
La legna dolce è quella che prende fuoco facilmente emettendo una fiamma lunga ma allo stesso modo si consuma anche velocemente. Si tratta di legna che deriva da alberi di pioppo, ontano, castagno e salice.
La legna dura, invece, sviluppa una fiamma più corta ed è maggiormente compatta, ecco perché arde lentamente. Si tratta di ceppi realizzati da alberi di quercia, leccio, faggio, frassino ed olmo e costituisce il materiale giusto da destinare al riscaldamento.
Ma questo non basta. Per scegliere la legna adatta al riscaldamento è indispensabile guardare anche la stagionatura e dunque il grado di essiccazione per fare in modo che i ceppi non siano umidi e dunque che rendano molto e non siano inquinanti.
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Per fare in modo che tutto questo avvenga serve preparare la legna per tempo, tagliarla in pezzi e lasciarla essiccare in un luogo riparato e areato, pronta per l’inverno. I ceppi bagnati, invece, sono da evitare in quanto hanno una resa minima perchè l’energia del fuoco viene prima “sprecata” per fare evaporare l’acqua e poi per riscaldare nel vero senso della parola.