Ieri l’annuncio del raggiungimento degli 8 miliardi di persone sul pianeta, la popolazione mondiale in continua crescita e non si arresta.
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Il numero previsto dai calcoli delle Nazioni Unite è stato raggiunto. In realtà, già dall’estate si pensava che la soglia degli 8 miliardi di persone nel mondo fosse stata superata, ma ieri è giunto l’annuncio ufficiale. Non si tratta di un calcolo concreto, ma di una stima che ha approssimazione con una variabile di 200/300 milioni.
L’analisi, presentata dagli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite, era stata proposta nel report World Population Prospects 2022. Qui, gli esperti avevano illustrato, mesi fa, l’aumento demografico della popolazione sul pianeta. Ma il report metteva in evidenza anche il divario sociale degli 8 miliardi di cittadini, con sempre più poveri nel mondo e concentrati in determinate zone del pianeta.
Popolazione mondiale in crescita e divario sociale sempre più ampio
Se i Paesi ricchi e più avanzati segnano un trend negativo per quanto riguarda le nascite, i Paesi più poveri, al contrario, segnano un aumento demografico. L’India, ad esempio, ha superato la Cina sulle nascite, mentre l’Africa è il continente con più nascite in assoluto, ma è anche il continente più povero della Terra. Intanto, l’Europa sta attraversando il cosiddetto “inverno demografico”.
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L’inverno demografico europeo è la conseguenza di molteplici fattori. I Paesi ricchi sono maggiormente consapevoli dei problemi che l’aumento di popolazione comporta. Fanno meglio figli per diversi motivi, per essere più liberi e indipendenti, per godersi maggiormente la vita, per non recare danni alle proprie finanze, per motivi etici, per motivi di spazio vivibile, e così via.
Come al solito, sono le famiglie meno agiate e sono sono soprattutto i Paesi più poveri a fare più figli. Sembra un controsenso, ma a pensarci bene, è sempre stato così. I poveri fanno più figli per imprudenza, per inconsapevolezza o per garantire eredi (nel caso di alto tasso di mortalità infantile). Ciò rappresenta un problema enorme per il mondo, una vera minaccia alla sopravvivenza.
I problemi che l’aumento demografico causerà
Se nel dopoguerra la popolazione sfiorava i 2 miliardi, e negli anni ’70 eravamo 3 miliardi e mezzo (il giusto equilibrio), negli ultimi 30 anni c’è stato l’incremento repentino e deleterio che oggi ci ha fatto toccare gli 8 miliardi di abitanti. Una situazione insostenibile che comporta seri danni. Il primo fra tutti, l’inquinamento ambientale. Non ci saranno le risorse energetiche e alimentari per soddisfare tutti.
Si creerà un divario sociale sempre più ampio e se, entro il 2050, numerose nazioni subiranno una decrescita, molte altre andranno incontro a un aumento progressivo. Senza contare che, con i miglioramenti tecnico-scientifici, le aspettative di vita aumenteranno nel tempo, con più over 65 nel mondo, e le morti infantili subiranno un calo. Se l’aspettativa di vita media oggi è di 72,9 anni, nel 2050 sarà di 77,2 anni.
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Insomma, 8 miliardi di persone comportano tantissimi problemi. Inquinamento alle stelle e che genera una crisi climatica mai esistita. Carenza di cibo, che a sua volta porterà a spingere su agricoltura e allevamento intensivi, sottrazione di territori naturali. Per arrivare a un arresto e poi a una decrescita, secondo gli esperti bisognerà arrivare al 2100, quando la popolazione smetterà di aumentare e inizierà a diminuire.