L’alimentazione insostenibile aggrava le problematiche di impatto negativo ambientale sul nostro Pianeta: vediamo come correggere la rotta
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La transizione ecologica si può determinare con tutta una serie di comportamenti e gesti che possono modificare l’impatto ambientale sulla Terra. In un’epoca di consumismo sfrenato anche il comportamento alimentare di ognuno può cambiare per contrastare il rovinoso processo di sovrasfruttamento delle risorse disponibili.
L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale per la sostenibilità del Pianeta. E i settori coinvolti sono molteplici. L’allevamento e l’agricoltura, ma anche la pesca e i trasporti contribuiscono ad aumentare o a ridurre le emissioni di Co2. Deleteri anche gli additivi, i pesticidi e i fertilizzanti, colpevoli di non rispettare i cicli naturali della vita.
L’alimentazione sostenibile attraverso i comportamenti
La sostenibilità passa anche attraverso la tavola con l’obbiettivo di ridurre il gap esistente tra parti del mondo dove esiste una ricchezza alimentare spropositata ed altre dove si combatte la malnutrizione e la denutrizione. Lo stile alimentare ha un impatto sui polmoni della Terra e sugli oceani ed è necessario andare nella corretta direzione al più presto, senza se e senza ma.
La scelta vira dunque verso gli alimenti sostenibili per ridurre al minimo il consumo di acqua, suolo ed energia. Consapevolezza e scelta sono le parole d’ordine per effettuare il cambiamento cultura necessario e improrogabile. Capire che i nostri comportamenti alimentari possono ricadere sulla salute del Pianeta è il primo passo, ma c’è tanto da fare.
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Modificare quindi comportamenti tipici del nostro tempo come andare a mangiare nei fast food, comprare piatti pronti o utilizzare prodotti fuori stagione provenienti da luoghi lontani. La stagionalità dei prodotti ortofrutticoli offre garanzia di nutrienti a differenza di quelli provenienti da coltivazioni forzate. E occhio anche alle confezioni che devono essere rigorosamente “plastic free” o con materiale riciclato.
Prediligere i cibi del territorio a chilometro zero aiuta a diminuire drasticamente le emissioni nocive nell’ambiente, limitando i trasporti della merce e gustando i prodotti di stagione, rinunciando per esempio alle fragole a dicembre. Utilizzare dunque i prodotti stagionali, provenienti da agricolture biologiche, consente di seguire il principio della biodiversità senza stressare l’ecosistema esistente.
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Altro comportamento virtuoso è la riduzione degli sprechi alimentari seguendo l’antico detto “in cucina non si butta via niente”, ma cercando anche di fare una spesa sensata e organizzata. Buttare il cibo è sempre e comunque un delitto di cui non si deve essere complici, non dando sempre per scontato l’abbondanza di cibo sul Pianeta.
Alla base dell’alimentazione definita insostenibile vi sono gli allevamenti intensivi e la pesca selvaggia. Aumentano vertiginosamente le emissioni di gas serra, consumano valanghe d’acqua e producono tonnellate di rifiuti. La preferenza deve dirigersi verso i piccoli allevatori, i pescatori locali associando anche un maggior consumo di ortaggi, diminuendo quello della carne e del pesce. Scelte consapevoli a favore di un’alimentazione sempre più sostenibile e biologica.