Il pannello solare che si monta e si smonta facilita il riciclo e la sostenibilità dei moduli a 360 gradi: vediamo di cosa si tratta
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Anche i pannelli solari, strumenti essenziali del sistema fotovoltaico, possono entrare nell’economia circolare. Quando si parla di sostenibilità e di ridurre l’impatto ambientale, si arriva a parlare di economia circolare. Si tratta di un sistema di produzione e di consumo che cerca di minimizzare i rifiuti. Il concetto è valorizzare i rifiuti come risorsa inserendoli all’interno di un ciclo di vita continuo o per lo meno quanto più lungo possibile.
Le famose 4R e cioè Riduzione, Riutilizzo, Riciclo e Recupero, indicano le linee guida del modello sostenibile sul trattamento dei rifiuti, con l’obbiettivo di arrivare ad un’economia a zero emissioni di carbonio, ecologica dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche e completamente circolare.
E per entrare nell’economia circolare diventa importante lo stesso design dei prodotti tecnologici, contributo essenziale alle dinamiche green della sostenibilità. I termini recupero e riciclo devono essere affiancati dai termini “smontaggio facile”. E per smontare è fondamentale che si costruisca pensando anche allo smaltimento successivo.
Da Taiwan e dall’Industrial Tecnology Research Institute arriva il progetto green per un corretto e comodo riciclo. I moduli fotovoltaici smontabili, concepiti in collaborazione con due aziende produttrici la United Renewable Energy e la San Fang Chemical Industry, vanno in questa direzione. Con i complimenti e l’avvallo della prima certificazione di sicurezza e affidabilità dell’indipendente TUV Rheinland.
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Con la possibilità di smontaggio si attiva l’opportunità del recupero e del riutilizzo dei componenti dei moduli nel comparto industriale. Partendo dal ciclo di vita dei materiali che compongono i pannelli è stato possibile scorporare ogni elemento come l’incapsulante, le celle, le staffe e i connettori elettrici e trovare nuove soluzioni di assemblaggio. La cura dei materiali garantisce protezione degli stessi in fase di smontaggio per preservare l’integrità indispensabile per il futuro impiego.
La rimozione dei componenti deve essere semplice e facile, proprio per conservare lo stato dei materiali e per non inficiarne la funzionalità futura. Tutto deve rimanere nello stato di fatto per arrivare al recupero completo delle parti, per poi avviare il riciclo in situazione di preservazione della composizione.
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Più recupero, più riciclo, maggior riduzione di approvvigionamento di materie prime. In questo circolo virtuoso si riducono quindi le emissioni di Co2 per dare un nuovo impulso alla competitività dell’industria del fotovoltaico, sempre nell’ottica di raggiungimento degli obbiettivi prefissi di net zero entro il 2050.