Dopo più di dieci anni in cui si è parlato di riduzione dell’iva su prodotti di consumo necessari per le donne, finalmente la svolta
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Fino all’anno scorso alcuni prodotti per l’igiene dei bambini e delle donne erano annoverati tra i beni di lusso. L’iva, infatti, che veniva aggiunta al prezzo do ogni singolo articolo era ben del 22%. Era il 2018 quando la Commissione Bilancio della Camera bocciò per l’ennesima volta l’emendamento che proponeva la riduzione dell’iva.
Una proposta presentata anche in anni precedenti, ma mai presa seriamente in considerazione. Una svolta significativa fu presa con la legge di bilancio del 2022 e approvata dall’ex Presidente Mario Draghi. In quel caso l’iva fu ridotta dal 22% al 10%.
Oggi l’iva sui prodotti per l’infanzia e l’igiene intima femminile viene ridotta ancora
Forse era necessario che si arrivasse ad avere un Presidente del Consiglio donna perchè, finalmente, si arrivasse ad una decisione così importante. Del resto, i prodotti per l’infanzia e alcuni per l’igiene intima femminile, sono necessari.
“L’IVA su tutti i prodotti della prima infanzia viene portata al 5%. Viene portata al 5% anche l’IVA per quello che riguarda i dispositivi igienici femminili non compostabili”,
ha dichiarato Giorgia Meloni. L’intervento è stato approvato dal Consiglio dei Ministri che si è riunito il 21 Novembre scorso ed è stato confermato, poi, in conferenza stampa. Verrà inserito nella Legge di Bilancio 2023, insieme ad altre decisioni importanti.
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Inizialmente la riduzione dell’iva riguardava soltanto i prodotti per l’igiente intima femminile compostabili. Ed erano, di fatto, quelli anche più costosi da acquistare. Con questo intervento l’iva scende anche per i prodotti non compostabili e quelli più utilizzati.
L’effettivo risparmio nell’acquisto degli assorbenti non è, però, molto chiaro. Secondo una stima basata su studi di settore, con l’iva al 22% la spesa media per una donna era di circa 70 euro all’anno. Con l’iva al 10% la spesa annua sarebbe scesa a, circa, 63 euro.
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Oggi, con l’iva al 5%, la spesa potrebbe ridursi all’incirca a 60 euro all’anno. L’ultima parola importante per l’effettivo risparmio sembra sarà quella dei rivenditori. Vedremo se decideranno di abbassare il prezzo o se trattenere la differenza dovuta proprio dalla riduzione dell’iva e lasciare, quindi, il costo invariato.