La coltivazione di olive è un lavoro molto lungo, ma grazie a tre studenti italiani sarà tutto più facile. Merito del loro drone
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Il 30 novembre termina la raccolta delle olive. Un compito molto difficile e lungo che però produce ottimi risultati. Infatti da questo faticoso compito si possono produrre olio e frutti (buonissimi) da mangiare. Ma non bisogna sottovalutare le quantità necessaria: per produrre un litro d’olio, sono necessari 6-7 kg di questo frutto. E ogni albero ne produce una qunatità che varia da 30 ai 60 kg.
Ma per semplicare questo lavoro, tre studenti romani hanno studiano un’incredibile soluzione: un drone raccogli olive. Un progetto di ricerca e innovazione presentato e selezionato per il Prototypes for Humanity di Dubai, uno degli eventi più importanti al mondo.
Olivair, il drone raccogli olive
Oggi, come oggi, l’utilizzo dei droni è diventato sempre maggiore in tantissimi campi. Basta pensare alle riprese dell’alto utilizzato in ambito cinematografico che militare. Addirittura alcuni servizi di consegna a domicilio stanno studiano l’impiego di questi oggetti per consegnare il prootto ordinato in pochissimo tempo.
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E proprio in quest’ottica tre studenti dell’università di Roma Tre hanno progettato Olivair. Un progetto che rivoluzionerà la raccolta delle olive. Infatti, questo riesce a far cadere le olive dall’albero grazie al vento prodotto dalle eliche. Il drone, volando sopra l’ulivo, velocizza il processo di raccolta di quasi tre volte rispetto ai classici scuotitori. Il tutto senza creare danni alla pianta.
Non meno importante, poi, la questione inquinamento. Trattandosi di un prodotto elettrico quest0 fattore viene ridotto. In più il recupero delle zone scosesce permette di stimare un aumento dei profitti per i produttori di circa il 30%.
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A coordinare questo il progetto Olivair, nato nel percorso di formazione Dock3 della terza università romana, tre studenti seguiti da Umberto Iemma, professore ordinario di costruzioni aeronautiche del Dipartimento di Ingegneria. Il docente ha revisionato gli aspetti tecnici e lo sviluppo concettuale. Ma non solo perché sempre lui ha controllato la sperimentazione sul campo analizzando i rischi. Un’analisi necesarria affinché il progetti rispetti le normative vigenti. Durante la fase di sperimentazione sono anche intervenuti il professore ssociato di macchine e azionamenti elettrici Lidozzi, il ricercatore di meccanica del volo Jacopo Serafini, il collega di fluidodinamica Stefano Meloni e Luca Pustina, assegnita di ricerca.