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Giardinaggio

Orchidea disidratata, non buttarla. C’è un modo per salvarla

Orchidea disidratata? No problem, ecco le regole da seguire per metterla in sesto e salvarla una volta per tutte. Sono piccoli step ma di fondamentale importanza. 

Orchidea bianca – Pixabay

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Le orchidee sono bellissime e dall’aspetto assolutamente elegante, non è un caso quindi che venga scelta per donarla quando si hanno inviti a cena, consapevoli che l’omaggio portato ai padroni di casa sarà assolutamente gradito. Un forte impatto estetico che richiede però delle importanti responsabilità. 

E’ noto infatti come l’orchidea sia una pianta particolarmente esigente; richiede degli accorgimenti che magari talvolta sfuggono allo stesso proprietario della pianta, soprattutto se è un neofita. Talmente delicata che a volte basta poco per provocarne la morte. Cosa bisogna fare quindi in questi casi? Ecco la soluzione da attuare quando l’orchidea non sta bene.

Orchidea disidratata, come fare per recuperarla? La soluzione esiste

orchidea disidratata dettaglio – Pinterest

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Una delle ipotesi piu’ frequenti di malessere che colpisce l’orchidea è la disidratazione. Uno stato nocivo nel quale si trova la pianta di cui ci accorgiamo subito perché perde quel suo fascino che la caratterizza e sembra prossima alla morte, nonostante questo status la si può ancora recuperare, basta compiere dei piccoli step.

Per prima cosa occorre pulire la pianta e depurarla da quelle radici che ormai sono morte e che costituirebbero una minaccia per il recupero dell’orchidea. Dopo questa pulizia è il momento di procedere con l’idroterapia che consiste nel mettere la pianta in un contenitore piccolo in modo che riesca a reggersi per bene e versare dell’acqua. Dovrà rimanere così per una settimana, la notte si consiglia di togliere la pianta dall’acqua per consentire alle radici di asciugarsi.

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Compiuta questa attività per 7 giorni, si può procedere al rinvaso con bark per orchidee. Fondamentale l’utilizzo di un sottovaso con argilla espansa per favorire il drenaggio ed evitare che le radici rimangano zuppe, quindi esposte a marciumi. Importante sottolineare che se dopo l’idroterapia si perdono le foglie, non è un problema: è un chiaro messaggio che la pianta sta facendo di tutto per riprendersi e far nascere da quelle ormai ingiallite delle nuove foglioline. 

Maria Longo

Nata a Catania nel 1987. Conseguita la Laurea Magistrale in Giurisprudenza con una tesi dal titolo “Matrimonio omosessuale: un’analisi comparatistica”, intraprende il percorso forense tra divorzi, procedimenti in Corte D’Appello e Commissione Tributaria. Parallelamente muove i primi passi in ambito giornalistico collaborando con alcune testate locali e scrivendo articoli di diritto con analisi approfondita sulle pronunce più autorevoli della Corte di Cassazione. Appassionata di fotografia, non rinuncia mai alla sua reflex che viaggia con lei, alla ricerca di dettagli da immortalare. Lingue parlate inglese, francese e spagnolo.

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