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Terreni silenti, come riconoscerli e come investire: puoi farci davvero tanti soldi

Una nuova legge regolamenta lo stato dei terreni e dei boschi abbandonati, e vale non solo per le aziende, ma anche per i privati

Bosco (Foto di Manfred Antranias Zimmer-Pixabay)

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In Italia esistono zone ormai abbandonate. In alcune regioni si sono spopolati interi paesini, magari arroccati sui monti, nei quali vivere era diventato oramai quasi impossibile. Nemmeno durante i periodi di vacanza sono più stati meta di ritorno alle origini e ai ricordi da chi li aveva abbandonati.

Così, anche appezzamenti di terreni e boschivi, un tempo coltivati e puliti dai nonni o genitori, e poi lasciati per rispondere a nuove necessità di vita. Ora, il governo si è fatto carico di far tornare a vivere questi terreni e boschi con una nuova legge.

Terreni silenti, come riconoscerli per riportarli a nuova vita

Terreno incolto (Foto di Stuart Starr-Pixabay)

Insieme ai terreni agricoli, boschivi ed edificabili, ora si sono aggiunti anche i terreni silenti. Si tratta di quelle terre o boschi che sono incolti o abbandonati o, di cui, non si conosce il nome del proprietario. La definizione è stata data da una legge attuale del 2022 – 2023.

Il governo è arrivato alla stesura di questa legge per un’esigenza di maggiore tutela del territorio. Viste le tante proprietà ormai in disuso o, addirittura, abbandonate, si è pensato ad un riordino fondiario e, di conseguenza, ad un riutilizzo di tutte quelle aree che potrebbero tornare ad essere produttive.

Di questi terreni silenti, ora, è possibile chiederne l’affidamento. Naturalmente la proprietà può ripresentarsi e rivendicarne sia l’uso che il possesso in qualsiasi momento. Secondo le leggi attuali possiamo richiedere di utilizzare un terreno silente sia per continuare l’attività che già veniva svolta o cambiare in base a un particolare progetto, sempre se la legge lo consente.

Una volta individuato quello che secondo noi corrisponde alle caratteristiche di un terreno silente, dobbiamo recarci nel comune di appartenenza e chiedere informazioni. I comuni possono anche assegnare i terreni demaniali, ma solo al fine di coltivare il terreno.

Non tutti, però, possono richiedere l’uso di un tererno silente. Le persone che possono farlo sono imprenditori agricoli singoli o associati e Associazioni Fondiarie che operano per valorizzare terreni agricoli e forestali.

La richiesta deve essere fatta, quindi, soltanto da un soggetto titolato e deve riportare il PSA, ossia il piano di sviluppo aziendale che deve avere una durata di almeno 5 anni. Il piano deve, inoltre, contenere le informazioni degli estremi catastali delle particelle che si vogliono coltivare e della superficie agricola utilizzabile.

Se invece si tratta di un individuo singolo, allora è possibile acquistare l’usufrutto del terreno silente direttamente dal proprietario. Si tratta comunque di un contratto da convalidare tramite un notaio o attraverso una scrittura privata autenticata.

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Oppure è possibile prenderlo in affitto, in questo caso, in genere, chi si vuole disfare di una proprietà non chiede canoni alti. Una volta avuto il terreno, iniziamo a sfruttare il nostro acquisto con un’attività redditizia.

Per esempio, possiamo pensare ad un orto in affitto, dare,cioè, la possibilità a chi non ha un giiardino, di coltivare i propri ortaggi in cambio di un corrispettivo economico mensile. Oppure, se il terreno lo consente, iniziare un allevamento di animali ed aprire una fattoria didattica.

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Se vogliamo intraprendere un’attività in proprio possiamo pensare ad un allevamento sostenibile di lumache le quali, grazie alla loro bava, sono diventate famose per la produzione di creme. Oppure scegliere di prenderci cura delle api e produrre il miele e tutti i suoi derivati.

Se, invece, abbiamo l’indole del contadino, possiamo coltivare erbe officinali e medicinali da rivendere, poi, alle erboristerie. Funghi, bacche do gojj, ginseng e zafferano, sono prodotti molto richiesti ed, anche, costosi.

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