La situazione è davvero preoccupante. A dimostrarlo sono le cozze, ecco cosa dicono gli esperti a riguardo.
Negli ultimi tempi non si fa che sentire parlare delle sofferenze che sta patendo il nostro Pianeta, come improvvise alluvioni, periodi di siccità inaspettati, terremoti ed eruzioni vulcaniche.
Il denominatore comune in tutti questi eventi catastrofici è sicuramente il cambiamento climatico che sta colpendo il mondo intero.
Ad attirare la nostra attenzione oggi è una situazione abbastanza preoccupante ed il segnale d’allarme lo hanno mostrato delle cozze. Scopriamo i dettagli dell’accaduto e la situazione drammatica a cui andiamo incontro.
Cozze del Tamigi: cosa sta succedendo
Vicino alla città di Bristol, precisamente a Reading, una cittadina nella valle del Tamigi, prolificano da decenni le cozze, le note bivalve che conquistano qualsivoglia palato.
Recentemente, però, è stato realizzato uno studio da dei ricercatori dell’Università di Cambridge, ovvero Isobel Ollard e David C. Aldrige. In questo studio sono state prese in analisi tutte le cozze del fiume e quello che è stato scoperto ha dell’incredibile.
Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Animal Ecology e mostra come le cozze oggi siano tutt’altro che prolifiche nel Tamigi. Oltre a diminuire di numero le cozze di fiume sarebbero anche diminuite di dimensione, un segno tutt’altro che positivo.
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I dettagli dello studio dei ricercatori di Cambridge
Per arrivare a questa presa di coscienza, i due scienziati dell’Università di Cambridge hanno campionato una determinata zona del Tamigi, analizzando quantità e dimensioni delle cozze trovate.
Fatta questa analisi, i ricercatori hanno confrontato i risultati ottenuti dallo studio con i risultati di una stessa analisi risalente al 1964 e relativa alla stessa zona del fiume.
Durante tutti questi anni, si è riscontrata una diminuzione le specie di cozze presenti nel fiume, fortunatamente in una percentuale minima.
Il dato peggiore però riguarda le dimensioni delle cozze, più piccole di circa il 65% rispetto alle dimensioni riscontrate negli anni sessanta.
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Molto probabilmente la loro minima dimensione è dovuta alle specie invasive presenti nei fiumi, ma anche la variazione dei livelli di nutrienti potrebbe giocare un ruolo importante in questa riduzione assi evidente.