Un ulteriore passo avanti rispetto alle norme adottate fino ad oggi, per risolvere il problema della plastica
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L’unione europea, ha presentato mercoledì 30 novembre, un regolamento nel quale si stabilisce un aggiornamento della normativa sugli imballaggi, e che va verso una maggiore qualità nel riciclo da attuarsi entro il 2030.
La natura del provvedimento è tale che sarà direttamente applicabile negli stati membri senza la necessità del recepimento. L’obiettivo è la riduzione dei rifiuti, a monte, ossia nelle aziende, attraverso un aggiornamento legislativo in materia di imballaggi e di rifiuti degli imballaggi stessi.
Lo scopo è quello di introdurre quantità vincolanti di contenuto riciclato nell’ambito della produzione, e che dovranno essere necessariamente inclusi dalle aziende per le confezioni in plastica. Viene inoltre promosso il riuso, attraverso un sistema già conosciuto in passato prima che l’industrializzazione introducesse l’usa e getta.
Si tratta del vuoto a rendere su cauzione, sia per le bottiglie in pvc che per le lattine di alluminio. E’ stata anche approvata una comunicazione riguardo plastica a base biologica, biodegradabile e compostabile.
Si vuole comprendere dove si possono apportare reali benefici all’ambiente e come applicarli, sensibilizzando i cittadini, le autorità e gli investitori a fare scelte consapevoli. Una rivoluzione che punta, dunque, al riuso ed al vuoto a rendere, più che sul riciclo, e mira ad eliminare tutti i packaging superflui.
I rifiuti di questo tipo invece di diminuire sono aumentati. Ogni cittadino europeo ne produce quasi 80 chili all’anno. Certamente ci sarà un calo di posti di lavoro nelle industrie di imballaggi monouso, ma la UE stima anche che il nuovo sistema potrebbe portare alla creazione di 600 mila posti di lavoro nel settore del riutilizzo entro il 2030.
Si vuole ridurre questa tipologia di rifiuti in modo graduale, il 5% entro il 2030 ed il 10% entro il 2035, per un totale del 15% pro capite. La proposta non è piaciuta alle industrie europee del packaging e dell’agroalimentare.
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Gli imprenditori ritengono che questo rischia di andare contro gli obiettivi del green deal, riportando indietro le lancette dell’orologio del riciclo. La proposta, comunque, sarà esaminata dal Parlamento Ue e dal Consiglio secondo la procedura legislativa ordinaria.
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Se fino ad oggi si parlava soprattutto di riutilizzo e di riciclo di materiale da imballaggio, sia in cartone che in plastica, oggi la UE ha deciso di fare un ulteriore passo in avanti. Forse, ridurre alcune tipologie di imballaggi e tornare al vuoto a rendere, potrebbe davvero aiutarci a mantenere più pulito l’ambiente.