Un’iniziativa che tuona pesantemente e che fa assolutamente riflettere. Cosa si cela dietro la vernice gettata alla sede Rai di Milano? La faccenda è parecchio complessa.
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Quello che si è verificato in queste ore a Milano è davvero sconcertante ma fa assolutamente riflettere. Basta ascoltare le notizie che ci pervengono dalla tv – anche se non se ne parla molto – oppure dalle statistiche dove emerge che la città, capoluogo della Lombardia sia inquinata, un’aria veramente poco respirabile e nociva.
Di questa tematica delicata se ne parla molto sui social dove gli utenti ognuno dice la sua, chi infatti invita la Regione ad una distribuzione equa per quanto riguarda le industrie, significherebbe un’equa ripartizione nazionale nonché un modo per avere aria pulita. E in tutto questo marasma cosa c’entra la sede RAI?
Imbrattata la sede RAI di Milano, la protesta è appena cominciata
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Si chiama Extinction Rebellion Italia ed è un movimento globale “inclusivo che utilizza l’Azione Diretta Nonviolenta per salvare la Terra dalla Crisi Climatica ed Ecologica” questa è la descrizione riportata su Instagram direttamente nella pagina social a cui fa capo ovviamente quella omonima che opera a livello globale dove vanta ben oltre il mezzo milione di followers.
Lo scopo è quello di attivarsi per preservare l’ambiente. L’azione di imbrattare con vernice verde le scalinate nonché le vetrine d’ingresso della sede RAI di Milano, parte proprio dall’azione denominata “DiRAI la Verità” il cui scopo è quello di attaccare il servizio pubblico accusato di essere poco oggettivo quando si tratta di fornire le informazioni. Sono tre gli attacchi che vengono prospettati, in primo luogo viene chiesto “Che aria respiriamo?” vista che quella di Milano è particolarmente inquinata.
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Non parlate del maltempo e no alla pubblicità fossile, questi i punti messi per iscritto sullo striscione riportato sopra che specifica un dato importante, ovvero che la RAI inciampa sulla contraddittorietà perché da un lato parla del cambiamento climatico, di cui la causa siamo noi stessi e dall’altra promuove per l’appunto la pubblicità fossile, lucrando quindi sulla causa di questa condizione precaria nella quale ci troviamo.
