Nei prossimi anni in Italia verranno piantati più di 6 milioni di alberi. Ma questa rappresenta davvero la soluzione al cambiamento climatico?
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Il ministro dell’ambiente Poichetto Fratin ha parlato di un mega progetto di riforestazione urbana atto a contrastare il surriscaldamento globale. Da quando gli effetti del cambiamento climatico hanno iniziato a fare cronaca i governi hanno dovuto pensare delle soluzioni atte ad evitare il peggio.
Per i prossimi anni è previsto l’impianto di oltre 6 milioni di fusti in 14 centri italiani per prestare fede al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Gli accordi con 11 amministrazioni locali hanno preso il via in questi giorni. Ma sarà una buona mossa o la strategia si rivelerà un flop?
Alberi in città: la soluzione vincente al cambiamento climatico
Nell’ambito del Decreto clima rientra il progetto di piantumazione di 300 mila alberi già avviato nel bienno 2020/2021. A questo si somma un grande investimento pubblico atto a mitigre gli effetti devastanti del cambiamento climatico che imperversano nelle città metropolitane. Il progetto, di cui si è fatto portavoce il ministro dell’ambiente Fratin, promette ulteriori 6 milioni di fusti da destinare a 14 centri urbani.
La metà della popolazione mondiale vive in città. Le città sono le resposabili del maggiore tasso di emissioni novice immesse nell’ambiente, parliamo del 70% delle emissioni di gas serra a livello globale. Questo processo non sembra arrestarsi: sono sempre di più le persone che vivono in centri abitati altamente urbanizzati, e, dunque, insalubri.
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L’estate del 2022 ha mostrato in particolar modo quanto i centri urbani siano ormai destinati a diventare vere e proprie “isole di calore“, invivibili e roventi. E’ per questo che l’intervento di bonifica partirà proprio dalle aree urbane. Perché piantare alberi dovrebbe aiutare ad affrontare ed inibire la crisi del clima attuale?
Come primo aspetto da sottolineare c’è decisamente il diretto ombreggiamento offerto dalle chiomi verdi che svolge un ruolo chiave nel riequilibrio termico delel città. In secondo luogo, ma ben più importante, c’è il ruolo di polmoni traspiranti personificato dagli alberi che favorisce la trasformazione in ossigeno dell’anidride carbonica da loro raccolta.
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Le normative UE, vista la crisi energetica, incentivano di molto il riscaldamento a legna come stufe a pellet o camino. Pertanto è bene contrastare la deforestazione di cui alcuni paesi europei si stanno facendo inevitabilmente fautori. Tuttavia c’è da dire che la soluzione non può essere tutta delegata alla piantumazione degli alberi.
Se i processi di urbanizzazione aggressiva non conosceranno un progressivo allentamento delle dinamiche in favore della sostenibilità, gli alberi serviranno a poco e niente. Per un albero, che è, primariamente, un essere vivente, vivere in un ambiente altamente inquinato rappresenta un rischio vitale. L’habitat urbano mitiga l’efficacia filtrante degli alberi.
Importante è dunque la pianificazione. Anziché piantare alberi laddove è avanzato un piccolo spazio fra una strada statale e un ponteggio, vanno ideati, progettati e resi effettivi dei veri e propri spazi verdi che possano rappresentare dei piccoli polmoni interni alle città. E’ necessario ampliare le superfici verdi rispetto a quelle asfaltate.