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Musk: “Entro 6 mesi installeremo chip nei cervelli”: cosa potrebbe accadere

Elon Musk scavalca i limiti del possibile. In attesa del via libera della Food and Drug Administration, l’uomo più ricco del mondo dà via alla più grande operazione robotica del nostro secolo. Sarà a fin di bene?

Neuralink – foto da pixabay

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La società da cui proviene l’idea è la ormai nota Neuralink Corporation. Fondata nel 2016 da un gruppo di imprenditori, fra cui Elon Musk, la società si occupa di sviluppare tecnologie intelligenti, artificiali e interpefaccie neurali da impiantare.

Ma impiantare dove? La proposta della Neurolink mette in strettissima comunicazione l’uomo e la cibernetica portando avanti un progetto che possa giovare a tutti coloro che non possono più comunicare indipendentemente e muoversi.

Musk promette: “Entro 6 mesi chip impiantati nei cervelli”. L’imprenditore dà di matto?

Elon Musk – foto da pixabay

L’idea proviene dall’azienda statunitense di cui l’imprenditore Elon Musk è fondatore assieme ad altri: la Neuralink Corporation. Pubblicamente nota dal 2017, la neurolink porta avanti attività che pongono in strettissima correlazione la tecnologia e la vita dell’uomo. L’ultima trovata ha dello straordinario.

Se riuscisse ad andare in porto, come promette di fare nel breve termine, sancirebbe una vera e propria rivoluzione nell’ambito della sanità, privata, chiaramente. L’idea di base sarebbe quella di impiantare nel cervello di pazienti impossibilitati su vari livelli nella comunicazione delle interfacce neurali che possano permettergli di esprimersi.

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Un esempio? La digitazione delle parole su uno schermo. Questa non sarebbe effettuata dai pazienti ma dalla diretta attività dell’interfaccia capace di tradurre in azione l’attività cerebrale dell’uomo. Cosa si aspetta? Elon Musk, imprenditore dalla fama che lo precede, parla di soli 6 mesi di attesa necessari ad ottenere l’ok per la sperimentazione sugli esseri umani.

E’ la Fda (Food and Drug Administration) a dover sancire il via libera alla sperimentazione. Fino ad ora l’azienda ha impiantato i chip in maiali e scimmie per testare l’efficacia degli elettrodi. Il prototipo dell’elettrodo a destinazione umana dovrebbe essere pronto entro i prossimi 6 mesi, stando alle stesse informazioni fornite dall’imprenditore.

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Rendere possibile la comunicazione per pazienti impossibilitati nella parola e nell’azione si configura come il primo obiettivo dell’interfaccia celvello-computer ideata dalla società. La documentazione necesarria all’avvio dell sperimentazione umana è pervenuta alla Food and Drug Administration e si attende il responso.