Il mondiale in Qatar sta donando tanti momenti che ricorderemo nei prossimi anni nella storia del Calcio e tra questi, la lezione di civiltà del Giappone.
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Il Mondiale Qatar 2022 sta proseguendo ed ovviamente non senza sorprese tra colpi di scena come le sconfitte da parte di alcune nazionali maggiormente quotate che non potranno ambire al sogno di vincere di titolo di Campioni del Mondo. L’Italia si è aggiudicata questa importante coppa per ben 4 volte, l’ultima nel 2006.
Sono passati tantissimi anni da quella volta, non ci sono più quei calciatori che ci hanno fatto sognare. La nostra Nazionale non si è neppure qualificata ai mondiali quest’anno quindi per noi tale evento calcistico ha un sapore del tutto diverso. Non ci resta che ammirare quanto fatto dalle altre nazionali come il Giappone, protagonista di questo mondiale invernale.
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Un mondiale del tutto diverso da quelli a cui siamo soliti assistere e non ci riferiamo all’assenza della nostra Nazionale, quanto per il periodo scelto dell’anno, differente dal classico evento sportivo estivo a cui siamo abituati. Anche il paese scelto, il Qatar, con la sua cultura alquanto discutibile ha lasciato interdetti non poche persone; in primis l’artista internazionale Dua Lipa che ha deciso di non esibirsi come protesta verso un Paese che non riconosce i diritti alle donne.
Ma parliamo di cose belle e di come il Giappone si sia distinto divenendo ad oggi protagonista di questi mondiali. Il motivo è semplice, la loro cultura e la loro profonda educazione ci hanno lasciato senza fiato. Come i tifosi nipponici che a fine partita hanno pulito gli spalti da rifiuti gettati. Ma non potevamo mai pensare che il Giappone potesse darci l’ultima lezione di civiltà.
La nazionale dopo aver sconfitto Germania e Spagna, è stata sconfitta ai rigori dalla Croazia. L’atteggiamento della squadra era sì, dispiaciuto ma sempre con la massima educazione.
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Il CT della Nazionale Nipponica, Hajime Moriyasu ha salutato tutto il pubblico con un profondo inchino – denominato Saikeirei (最敬礼) – a 45 gradi in segno di riverenza. L’allenatore ha mostrato un profondo rispetto per l’evento sportivo e chi li ha seguiti, nonostante la sconfitta e l’uscita dal Mondiale. Una cultura da cui dovremmo attingere sicuramente.