Il ritrovamento di 2500 foche del Caspio morte è un terribile notizia. Il Governo ha reso noto che è stata aperta un’indagine per capirne le cause
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Trovare il corpo esanime di un qualsiasi animale non è mai una bella notizia. Ma c’è di peggio una strage di animali in via d’estinzione. E questo purtroppo è quello che è accaduto a centinai di foche del Caspio. Un numero davvero importante che però giorno dopo giorno è aumentato vertiginosamente. Infatti sulle coste Mar Caspio inzialmente erano stati trovati 700 esemplari morti.
Un numero che però non è stato confermato dalla divisione del Daghestan del Ministero russo delle Risorse Naturali e dell’Ambiente. Infatti dalle “appena” 700 il Dicastero ha reso noto che il numero è molto più alto. Di circa 1400 foche del Caspio. Ma cosa ha portato la morte di questi simpatici e diverti animali?
A causare questo problema sulla conta delle foche del Caspio morte il fatto che – come dichiarato dal Governo russo – i corpi sono stati ritrovati in luoghi diversi. La concentrazione maggiore, infatti, è avvenuta nella zona di Yuzbash e tra le foci dei Sulak e Shurinka.
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In molti hanno avuto il sospetto che ci potesse essere il fattore umano dietro questa strage, ma il capo del Centro di protezione ambientale del Caspio, Zaur Gapizov, ha sottolineato come queste foche siano morte un paio di settimane fa. Inoltre ha affermato che i corpi siano privi di segni che faccia pensare a un omicidio o prove che siano rimaste impigliate nelle reti da pesca. E visto il clamore della notizia, gli organi di stampa hanno reso noto che “gli investigatori hanno già iniziato a lavorare per identificare la causa della morte dei mammiferi”.
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La colpa di questa incredibile morte sarebbe stata causata da un fattore naturale. A comprovare questa ipotesi anche il rapporto ministeriale nel quale viene evidenziato che durante l’autopsia non siano stati ritrovate le presenze di metalli pesanti o pesticidi. Rimane dunque da capire cosa abbia condotto alla morte questo animale in via d’estinzione a seguito della caccia, del degrado dell’habitat e dei cambiamenti climatici.