Le parole che fuoriescono dalla nostra bocca danno vita ai pensieri che ci frullano per la mente, renderle reali ha un peso su ognuno di noi
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La parola, un tempo, assumeva un ruolo molto importante all’interno delle comunità. Spesso, infatti, nei centri religiosi, si osservavano lunghi periodi di silenzio, per permettere alla persona di rigenerarsi e di imparare a dare il giusto peso alle parole che avrebbe deciso di utilizzare.
Il loro significato mette in circolo energie fondate sulle vibrazioni. La poetessa Emily Dickinson scriveva:
“Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola”.
Del resto, se pensiamo alla potenza di un mantra o una preghiera detta con consapevolezza e, magari, insieme ad altre persone, non possiamo non pensare che la parola porti con sè una forza che va ben oltre al suo significato semantico. Lo stesso Steiner, quando si occupò dell’uomo nella sua interezza, spiegò, in particolare ai maestri, quanto fosse importante usare un linguaggio consono ai bambini che avevano davanti.
Noi stessi possiamo sperimentarlo in prima persona. Quando qualcuno urla contro di noi dicendo parole forti, ne usciamo provati e indeboliti anche a livello fisico. Naturalmente non tutti siamo così sensibili. C’è chi nella vita ha sviluppato o è nato con una buona corazza, per cui tutto, o quasi, scivola via.
I pensieri hanno una loro forza che viene poi presa dalle parole
Negli anni ’80 alcuni scienziati hanno cominciato a interessarsi pubblicamente della memoria dell’acqua. Personaggi come il fisico italiano Emilio Del Giudice e il biologo e virologo francese Luc Montagnier condussero delle ricerche in questo senso. Ma fu il ricercatore giapponese Masaru Emoto che iniziò a studiare al microscopio la struttura dell’acqua dopo averle “parlato”.
Egli notò che l’acqua in natura, come quella delle sorgenti, dei fiumi e dei ghiacciai, aveva una struttura molto armonica, al contrario, quella contaminata con sostanze chimiche non presentava la stessa armonia. Qui cominciò il suo viaggio alla scoperta della memoria dell’acqua.
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Si segue lo stesso principio con l’esperimento del riso. Mettiamo in tre barattoli diversi 3 manciate di riso bollito, che avrà, però, assorbito tutta l’acqua di cottura. Scriviamo su 2 dei tre barattoli una frase: su uno positiva, sul secondo negativa e sul terzo niente.
Se ogni giorno per un certo periodo di tempo ad ogni barattolo ripetiamo parole positive o negative a seconda del barattolo che prendiamo in mano, il riso assumerà un colore diverso. Le nostre parole dovranno essere dette con l’intenzione giusta e con consapevolezza, altrimenti l’esperimento potrebbe fallire.
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Per molte persone queste esperienze non hanno alcun fondamento. Sono pseudoscienze che non hanno nulla a che vedere con quello che il mondo scientifico accreditato ci riporta. Potrebbe anche essere, dipende soltanto da noi, dal nostro sentire e dal nostro credo.