L’Italia in serie difficoltà nel preservare il proprio suolo, dimezzato ogni secondo dal consumo scellerato: vediamo la situazione
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Nell’epoca della catastrofe climatica in corso una delle vittime eccellenti, a cui poco si pensa, è il suolo, come se il suolo naturale e quello agricolo fossero risorse rinnovabili infinite. Complice quello che viene definito il “mattone selvaggio”, principale protagonista dell’abusivismo edilizio diffuso, la strage di suolo continua e non arretra di un millimetro.
Un segnale che indica che non è cambiato nulla nella cultura popolare e amministrativa del nostro Paese, anzi si tenta di mascherare con un improprio abusivismo edilizio istituzionale. Una pratica che potremmo definire abusivismo edilizio 4.0. La politica tace e non legifera a livello nazionale uno stop al consumo del suolo, nonostante le chiare evidenze tecnico scientifiche e climatiche sotto gli occhi di tutti.
L’urbanizzazione è il primo nemico del suolo, ma contribuiscono anche le coperture permanenti artificiali, l’estrazione di materie prime, le pratiche agricole intensive e la deforestazione. Tutto questo crea pressione su un elemento fragile e facilmente degradabile in tempi brevi.
In Italia crescono abuso edilizio e consumo di suolo e fa passi indietro rispetto a sostenibilità ed edilizia con dati peggiorativi. Il suolo è una risorsa vulnerabile, limitata e non rinnovabile. Da anni vi è uno spropositato consumo del suolo e l’Italia ne perde 2,2 metri quadrati ogni secondo che passa. Una media di oltre 19 ettari al giorno che vengono occupati da edifici, infrastrutture o insediamenti commerciali.
E la velocità stimata di copertura artificiale di suolo si calcola produrrà inevitabilmente una serie di danni trasversali ecologici ed economici. Con mancanza di forniture di prodotti agricoli per 4 milioni e 155mila quintali negli ultimi 10 anni, alla quale vanno ad aggiungersi 360 milioni di metri cubi di acqua piovana infiltrata e non più disponibile per la ricarica delle preziose falde, con conseguente dissesto idrogeologico
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Aree naturali e agricole fagocitate da coperture artificiali, con evidente perdita di attenzione sull’importanza di focalizzarsi sulla preservazione del suolo sano e la gestione delle sue risorse. Si perché il suolo è un mondo ricco di biodiversità, uno degli ecosistemi più complessi che la natura ha forgiato per accogliere organismi viventi di differente tipologia.
E un suolo sano è garanzia di cibo, di controllo di malattie delle piante, di persistenza di servizi vitali. Il suolo è l’interfaccia tra terra, aria e acqua e ospita la maggior parte della biosfera, fornendo alimenti, biomassa e materie prime. La base su cui proliferano le attività umane con un ruolo centrale rispetto al paesaggio e all’habitat.
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Garanzia fondamentale del ciclo di vita terrestre, conserva e immagazzina diverse sostanze essenziali a cominciare dalla preziosa acqua, gli elementi nutritivi e il carbonio. Inoltre permette una serie di benefici economici e sociali attraverso il controllo dell’erosione, la regolazione degli elementi di fertilità e la fondamentale conservazione della biodiversità. E contrasta al meglio il rischio idrogeologico che ormai ha devastato il Bel Paese.