Quest’anno c’è meno nebbia in pianura padana, qual è la causa di questa diminuzione? Si tratta di una fenomeno naturale o è di origine antropica?
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Nella Pianura Padana, sia nelle città come Milano che nelle campagne, c’è meno nebbia di una volta. Diversi studi realizzati negli anni Duemila hanno confermato che in Europa in generale, e nel Nord Italia in particolare, sono diminuiti i giorni di nebbia annuali rispetto agli anni Ottanta e ai decenni precedenti. È una buona notizia, visto che la diminuzione della nebbia è dovuta anche a un miglioramento della qualità dell’aria, a una sua maggiore salubrità. Un calo analogo era stato registrato tra la fine degli anni Ottanta e Novanta anche a San Pietro Capofiume, una località di campagna bolognese, vicina al fiume Reno, dove ha sede il centro operativo del Servizio Idrometeorologico dell’ARPA Emilia-Romagna.
Nelle città di oggi c’è meno nebbia rispetto alle campagne e ci sono stati cali maggiori dei giorni di scarsa visibilità rispetto al passato. Il motivo dipende dalla presenza dell’asfalto, che trattiene di più il calore del suolo, e dalle varie fonti di calore presenti in città come gli impianti di riscaldamento: questi due elementi hanno fatto sì che la differenza di temperatura tra aria e suolo sia meno pronunciata, così come il tasso di umidità.
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Dati sulla nebbia a Milano sono stati raccolti anche nella zona dell’aeroporto di Linate, a 7 chilometri dal centro, dunque in una zona meno cementificata: lì la diminuzione dei giorni di nebbia con visibilità inferiore al chilometro nel periodo 1991-2000 rispetto al periodo 1960-1969 è stata “solo” del 52 per cento, contro il 73 per cento delle zone più urbanizzate. Peraltro la regione cui sono presenti delle città grandi del paese industrializzata
Affinché si formi la nebbia è comunque necessario che si verifichi un’altra condizione, ovvero la presenza di particelle solide attorno alle quali il vapore si può condensare. Queste particelle possono essere di origine naturale come, ad esempio, il polline o la polvere, ma anche di origine umana, come ad esempio le polveri sottili o l’anidride carbonica generata dalle industrie.
La diminuzione di nebbia rispetto al passato è un fenomeno ancora sotto osservazione e in corso di studio. Sicuramente è legato anche al cambiamento climatico e alla diminuzione dell’inquinamento dell’aria, almeno per quanto riguarda alcune sostanze. L’aumento della temperatura media sicuramente è stato determinante per quel che riguarda la riduzione dell’umidità, parametro fondamentale per la formazione della nebbia.
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La diminuzione della nebbia però non è solo positiva. C’è un lato negativo, che poi è quello predominante, legato a questo fenomeno. La presenza di nebbia, infatti, evita che si formi il ghiaccio e che quindi ci siano le gelate. Per gli agricoltori, quindi, questa diminuzione non è per niente buona. Il rischio di gelate è in aumento e questo fenomeno potrebbe rovinare molte colture.