Le navi dovranno pagare le emissioni generate in Europa: le nuove disposizioni

Erroneamente, quando si parla di emissioni di gas serra, si pensa solo a automobili e aerei. Dimenticatosi però delle navi…

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Nave porta conteiner – Pixabay – OrizontEnergia.it

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Uno degli argomenti maggiormente dibattuti è il riscaldamento globale. Tra i grandi colpevoli di questo ci sono le emissionidi gas serra generati dal settore dei trasporti additando come responsabili automobili e aerei. Eppure c’è un terzo responsabile troppe volte non citato o dimenticato: le navi. Queste sono estremamente inquinanti. Non a caso il trasporto marittimo copre circa il 4% di tutte le emissioni di gas serra prodotti in Europa.

Tenendo a mente che solamente in Europa i trasporti coprono il 28% di questo inquinamento, l’Unione Europea ha deciso di intervenire. Non a caso quelli su terra e in aria sono stati compensate dall’ETS, Emission Trading Scheme. Infatti le emissioni devono essere obbligatoriamente compensate. E ora questo obbligo è stato esteso anche al comparto navale

Emissioni, multe anche per le navi

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Nave – Pixabay – OrizontEnergia.it

Negli anni precedenti l’ETS aveva imposto un limite al diritto di poter emettere inquinanti in una determinata area come l’Europa. Le aziende, però, possono scambiarsi i diritti di emissioni in modo che la quota totale di gas serra generati non superi mai il limiti. E secondo le ultime stime circa il 45 % di queste emissioni a effetto serra sono coperte da questo scambio.

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E ora anche anche il settore navale verrà compreso in questo sistema. Un processo graduale ma rapido. In Europa, le navi la cui stazza superiore alle 5mila tonnellate saranno obbligate e compensare il 40% delle emissioni con quote ETS entro il 2025. Una quota che aumenterà al 70% nel 2026 e il 100% per il 2027. Discorso diverso invece per i viaggi extra-Europa ovvero che le tratte partono o arrivano in un porto europeo. In questo ccasa la percentuale sarà 50%. Non si può escluedere poi che nei prossimi anni non venga rivisto anche la soglia delle 5 mila tonnellate. Una possibilità per evitare che l’industria marittima usi imbarcazioni più leggere.

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Si tratta di un passo davvero importante perché è la prima volta che il comparto navale viene obbligato ad acquistare le quote di carbone sul mercato. Non si può poi dimenticare poi che questa riforma non riguardi solo il biossido di carbonio. Infatti dal 2026 le imbarcazioni arriverà l’obbligo anche per il metano e gli ossidi di azoto. Ovvero altri gas serra generati dal trasporto navale.

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