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In Italia ritornano i pastori: scuole, tirocini e guadagni. Cosa sapere su questo lavoro

Se siamo giovani e non sappiamo che lavoro fare da grandi, perchè non pensare di diventare un pastore? Oggi è possibile

Pecora-Pixabay-OrizzontEnergia.it

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E’ da qualche tempo oramai che in Italia si assiste ad un ritorno a quei lavori considerati sorpassati e dimenticati, proprio da parte dei giovani. Molti di loro hanno aperto aziende agricole, ricomincinado a coltivare prodotti che in Italia erano scomparsi ormai da tempo e, spesso, seguendo i dettami dell’agricoltura sostenibile.

Sembra che in questo periodo sempre più giovani vogliono rispondere al richiamo della natura. L’ambito, in particolare, che suscita maggiore interesse è quello che riguarda la pastorizia. In Italia si contano all’incirca 7.000 pecore. Grazie ad un progetto del Consiglio per la ricerca in Agricoltura con l’aiuto dell’Università di Torino, Sassari e del Molise, è nata la Scuola Nazionale della Pastorizia.

Altre regioni hanno dato inizio percorsi dedicati alla pastorizia. Per esempio in Calabria, è nato il progetto formativo Pastore 4.0. Questo si occupa di formare chi lo desidera all’applicazione della tecnologia agli allevamenti di pecore e capre. In Sardegna hanno istituto la Scuola di Pastorizia per giovanissmi.

A Luglio del 2022, in Lombardia, è stata approvata una legge regionale che ha portato all’istituzione di tirocini formativi presso alcune aziende regionali che si occupano di pastorizia. Sono momenti di formazione che aiutano i giovani a capire se questo è il cammino lavorativo adatto a loro.

I passi da fare per diventare un pastore

Pastore-Pixabay-OrizzontEnergia.it

Fare il pastore non è un’attività che si può improvvisare. C’è bisogno di conoscere quali sono gli elementi basilari per poter, un giorno, iniziare questa attività. Dietro a questo disegno di formazione c’è anche la possibilità di dare sostegno a piccoli comuni e valorizzare in modo adeguato alpeggi e prati da pascolo.

Le cose da imparare sono tante. In primis è basilare è conoscere gli alpeggi, quali sono quelli dove è meglio lavorare il latte e quali no, quali sono gli animali da pascolo che sono presenti in alcune zone piuttosto che in altre. Informazioni importanti che aiuteranno anche a censire i territori dedicati al pascolo e quelli alle coltivazioni.
Rilevante è stata anche la giornata dedicata proprio alla pastorizia e alla transumanza, che è stata tenuta nel mese di Settembre. Questo è, infatti, il periodo dell’anno in cui gli animali fanno ritorno dalla montagna per rientrare nelle stalle o negli ovili.
Altro aspetto di cui tenere conto è che questo lavoro prevede uno stipendio. Si comincia, all’inizio del percorso lavorativo, da un guadagno netto di 1.000 – 1.400 euro al mese, per arrivare, dopo qualche anno di esperienza, a percepine 1.700. La settimana lavorativa prevede un impegno di 40 ore.
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