Dal Parlamento europeo non arrivano solo scandali di corruzione di europarlamentari. Arriva una svolta storica che segna il destino dell’ambiente.
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L’Unione europea compie passi importanti in direzione della sostenibilità e lo fa partendo dalla ridefinizione dei confini mercantili e commerciali che intesse con le altre potenze del mondo.
Le ultime notizie provenient dall’europarlamento hanno portato alla luce episodi di corruzione che vedono direttamente coinvolti la vicepresidente italiana ed altri membri del parlamento tutti in stretto rapporto con una famosa ONG che avrebbe favorito il Qatar nella sua campagna politica pubblica.
Oggi non parleremo di questo grave capitolo della storia parlamentare europea. Guardiamo a quanto di positivo è possibile sottolineare delle politiche di transizione degli ultimi mesi.
Stop alle importazioni: l’UE si schiera dalla parte dell’ambiente
L’Unione europea è il secondo maggiore importatore di prodotti responsabili della deforestazione tropicale. Questo fatto da solo evidenzia la necessità di ridefinizione delle politiche legate ai commerci del nostro continente, dal momento che tutto il mondo sta invertendo la rotta in direzione della transizione ecologica.
La manovra è di particolare importanza. L’Europa, assieme alla Cina, consuma e importa importanti quantità di prodotti che sono responsabili, per l’appunto della deforestazione tropicale e dell’emissione nell’atmosfera di Co2, parliamo del 16 % su scala globale, più del doppio degli Stati uniti e più del triplo del Giappone. Una percentuale incredibile.
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L’Italia sola, e quindi gli italiani, determina annualmente la distruzione di più di 36.000 ettari di foreste. E’ proprio il parlamento europeo a sancire la svolta storica: è bandito l’ingresso nel mercato europeo di prodotti legati alla distruzione delle foreste. Quali sono i prodotti incriminati?
Soia, olio di palma, carne bovina, caffè, prodotti legnosi, stampati e gomma. Questa legge europea arriva dopo anni ed anni di richieste da una lista incredibilmente lunga di ONG (oltre 200) riunite nella campagna del WWF “Together for Forest”. Nonostante rappresenti un enerme passo in avanti, dalla legge sono stati esclusi altri aspetti tra cui l’inclusione di altri ecosistemi naturali.
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Savane, praterie e zone umide delle rispettive regioni che vengono distrutte e soppiantante da allevamenti o colture per via della crescita di domanda di prodotto sul mercato.La legge è pronta, manca soltanto l’ultimo incontro fra i negoziatori funzionale alla limatura degli ultimi dettagli e alla finalizzazione del testo di legge.