Sempre più utilizzate, le fonti rinnovabili supereranno la produzione di energia del carbone entro i prossimi cinque anni.
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Spesso, nella storia, i maggiori cambiamenti sono stati innescati da crisi che sembravano non offrire alternative. Non stupisca, allora, che anche la crisi energetica si stia dimostrando un punto di svolta per l’industria dell’energia e per la produzione mondiale tutta.
Dall’esaurimento dei giacimenti all’invasione russa dell’Ucraina, dai picchi improvvisi dei prezzi agli ostacoli dovuti al trasporto o allo smaltimento delle scorie di produzione, sono tanti i motivi che hanno portato ad un’impennata dell’utilizzo di energie da fonti rinnovabili, più sicure sotto l’aspetto dell’approvvigionamento e meno impattanti sull’economia.
Spesso i grossi produttori di gas e petrolio hanno potuto condizionare totalmente il mercato energetico, ponendo condizioni anche unilaterali, forti della mancanza di alternative per gli acquirenti. E altrettanto spesso nuove realtà nazionali in via di sviluppo hanno puntato su fonti energetiche altamente inquinanti, ma dal prezzo bassissimo, per far crescere la propria industria senza sosta. Ma queste dinamiche non potevano durare per sempre, naturalmente.
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Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (Iea), la quantità di energia rinnovabile che sarà prodotta nel mondo nel prossimo quinquennio sarà pari all’intera produzione degli ultimi vent’anni. Se le previsioni saranno confermate dai fatti, il carbone non sarà più la principale fonte per la produzione di energia elettrica.
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Il motivo principale che ha spinto l’Unione Europea, la Cina e gli Stati Uniti a riformare le proprie politiche energetiche è la guerra russo-ucraina e le sue conseguenze sulle esportazioni di gas. L’abbandono del gas pare porterà ad una crescita di circa 2.400 gigawatt entro i prossimi cinque anni: un balzo dell’80% se confrontata alla produzione di cinque anni fa, e ben al di sopra (+30%) delle aspettative della stessa Iea dello scorso anno.
In realtà, i numeri potrebbero essere ancora più confortanti. Il momento cruciale nella storia dell’energia potrebbe portare i singoli stati a cogliere l’occasione per raggiungere due obiettivi strategici: snellire la burocrazia inerente alle autorizzazioni, spesso ancora troppo farraginosa, e aumentare fondi ed incentivi per l’installazione di impianti eolici e fotovoltaici, sia in ottica aziendale che per i privati. Proprio il fotovoltaico sarà, secondo la Iea, la fonte rinnovabile trainante.
L’impatto sarebbe rivoluzionario sotto ogni punto di vista. Si aprirebbero prospettive che gioverebbero ad ogni livello, sia produttivo che sociale che economico. E, soprattutto, l’utilizzo massiccio di energia da fonti rinnovabili rappresenterebbe una svolta ambientale epocale, necessaria per combattere la drammatica situazione del riscaldamento globale.