Il satellite Gaia dell’Agenzia spaziale europea ha individuato un buco nero vicino alla Terra, dista circa 1600 milioni di anni luce.
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I buchi neri ancora oggi restano dei misteri e forse non riusciremo a capire cosa sono realmente. Attorno alla loro natura circolano mille voci e mille leggende. Gli scienziati hanno le loro teorie, che di anno in anno si aggiornano con nuovi dettagli e grazie a nuovi studi. Il satellite Gaia dell’Agenzia spaziale europea ha individuato quello più vicino al nostro pineta.
Il buco nero dista a circa 1600 anni luce da noi, si trova nella costellazione di Ofiuco e, attorno al buco, orbita una stella che assomiglia al nostro Sole. Lo riporta la testata scientifica Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, citata dalla pagina leScienze.it.
Il buco nero più vicino al nostro pianeta, le analisi del satellite
Che cosa sono, in sintesi, i buchi neri? Si tratta di un corpi celesti dotati di un campo gravitazione intenso dal cui interno non esce nulla. Una regione dello spazio che attrae qualsiasi cosa nelle vicinanze, senza possibilità di fuga all’esterno. Gli esemplari più piccoli rappresentano lo stato finale dell’evoluzione delle stelle, e sono molto comuni. Nella Via Lattea se ne contano milioni, anche se ne sono stati confermati solo alcuni.
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Grazie alla sonda spaziale Gaia dell’Agenzia spaziale europea (ESA) è stato scovato il buco nero più vicino alla Terra, battezzato Gaia BH1, e si trova a metà strada dal buco nero che si pensava fosse più vicino a noi, almeno fino a poco tempo fa. Attorno a Gaia BH1 orbita una stella simile al Sole, alla stessa distanza che intercorre tra la Terra e il nostro Sole.
Questo è il primo rilevamento di un stella simile al Sole all’interno della nostra galassia, e che orbita attorno a un buco nero. La scoperta è eccezionae, ma anche spaventosa. Non è chiaro come si sia potuto creare un sistema del genere. La stella che ha dato origine al buco nero, probabilmente aveva una massa di almeno 20 masse solari, ma ha avuto una vita molto breve.
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Ancora non sappiamo come possano formarsi questi sistemi, si continua a studiare e a osservare l’universo che ci circonda, sperando di raccogliere ulteriori dati. Il satellite Gaia rilascerà nuovi dati alla fine del 2025, sperando di fonire ulteriori informazioni per scoprire come sia poptuta accadere la formazione di questo sistema stellare binario.