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Coltivare nel deserto, un sogno difficile ma non impossibile

Coltivare nelle zone desertiche di alcune aree del Pianeta non è facile, ma con la giusta tecnologia si può fare: vediamo come

Dune-Pixabay-OrizzontEnergia.it

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Coltivare nel deserto appare quasi impossibile, ma l’innovazione tecnologica e le nuove frontiere dell’agricoltura 4.0 si rivelano forti alleati. Il deserto non ha una struttura adatta alla coltivazione, ma con le dovute tecniche scientifiche si può intervenire e superare i limiti intrinsechi delle zone aride.

Negli ultimi anni, tra l’altro, i deserti avanzano inesorabilmente e l’ultima estate, l’estrema siccità riscontrata ovunque ha contribuito al processo inarrestabile in atto. La desertificazione è una delle peggiori conseguenze della deforestazione, delle attività di pascolo intensive e dallo spreco di acqua disponibile nel territorio.

Coltivare nel deserto è possibile

Coltivazioni deserto-Facebook-OrizzontEnergia.it

La sabbia del deserto e la pochissima acqua presente, senza contare un sole cocente, sono i principali nemici dell’agricoltura nelle zone aride del mondo. In particolare nell’area mediorientale, alcuni paesi schiavi delle importazioni di prodotti agricoli, stanno cercando di porre rimedio alla situazione.

E’ il caso del Qatar, salito alla ribalta delle cronache per la recente organizzazione della Coppa del mondo di calcio, che tenta di superare i suoi evidenti problemi e lo fa cercando supporto da paesi più all’avanguardia nel settore. Viste anche le ultime difficoltà di approvvigionamento di prodotti come il grano, a causa del conflitto in Ucraina, il paese arabo si è rivolto alla Cina.

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Casi di innovazione nel deserto

La Cina, che combatte da secoli con la desertificazione e l’avanzare del deserto del Gobi, si è specializzata in questo settore ed ha condiviso le proprie tecnologie innovative con il paese arabo. In particolar modo l’attenzione è stata rivolta al superamento dei limiti intrinsechi della zona, con un lavoro incredibile sulle tecniche di ombreggiamento e controllo della temperatura.

Le condizioni proibitive locali hanno invece portato gli ingegneri sauditi a estrarre l’acqua, necessaria alle coltivazioni, dall’aria attraverso un sistema basato sul fotovoltaico. Si raccoglie il vapore dall’aria condensandolo in impianti di irrigazione a goccia, grazie ad un pannello fotovoltaico, un materiale composito di idrogel (simile a quello per idratare le ferite), cloruro di calcio e una camera di condensazione.

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Tornando in Cina e precisamente all’Università di Chongqing Jiaotong, gli scienziati hanno prodotto una pasta ricavata dalla cellulosa in grado di incrementare la capacità della sabbia del deserto di trattenere sostanze nutritive. L’innovativo preparato è stato applicato nel deserto in Mongolia rendendo coltivabile il terreno prima sabbioso e possibili coltivazioni di pomodori, riso, anguria e mais.

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