La storia dell’invenzione dei glitter, minuscoli pezzettini colorati che brillano alla luce, e che rendono la nostra vita più scintillante
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I glitter sono diffusissimi. Li conosciamo tutti e ormai sono presenti su un’infinità di prodotti. Rendono le cose brillanti riflettendo la luce, e sono di vari colori. Durante le feste, più che mai, scintillano ovunque e sono estremamente diffusi non solo nei prodotti aziendali ma anche hel settore dell’hobbistica e del fai da te.
Con la parola inglese glitter si descrive un vasto assortimento di piccolissimi frammenti che hanno dimensioni massime di 1 mm quadrato. Sono costituiti principalmente da dicopolimeri, minuscole lamine di alluminio, diossido di titanio, ossido di ferro, ossicloruro di bismuto e altri ossidi o metalli.
Sono dipinti con colori iridescenti che sono in grado di riflettere la luce nello spettro visibile. Di solito è venduto e contenuto in picole scatole metalliche, simili ad un salino, dai cui fori è possibile controllarne il flusso. Sono disponibili vari assortimenti, da uno specifico colore a confezioni multicolori.
Possiamo applicarli permanentemente sulle superfici con della colla, o solo temporaneamente con materiali leggermente adesivi. Non sono da confondere con i coriandoli o le paillettes, che sono prodotti con frammenti più grandi.
La storia curiosa di come sono nati i glitter
Molto utilizzato in prodotti per le feste mascherate dei bambini, per dare il giusto effetto iridescente al divertimento. Diffusissimo come elemento di decorazione, quando aggiunto a gomma e plastica. Infine, è utilizzato anche in prodotti di cosmesi come il lucidalabbra, ombretti e smalti per unghie.
Ma ci siamo mai chiesti da dove vengono e come sono prodotti? Il glitter comparve per caso nel 1930 nel New Jersey, un po’ per caso. Il responsabile fu Henry Ruschmann, un operaio che inventò un macchinario per tagliare i rifiuti in pezzi piccolissimi.
Venivano macinati molti materiali come per esempio pellicole fotografiche o carta. Succedeva però che, qualche volta, si inceppava l’ingranaggio depositando della cellulosa molto lucida sul materiale, facendolo brillare. I dipendenti trovarono il modo di utilizzarli mettendoli sugli alberi natalizi per creare l’effetto della neve.
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Ruschmann, un giorno notò in una discarica la presenza di grandi pezzi di plastica abbandonati, si trattava di polietilene tereftalato, ossia il pet, quello delle bottiglie. Decise così di macinare anche questi, coprendoli prima con un sottilissimo strato di alluminio.
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Il risultato, come possiamo vedere anche in questo video su tik tok, fu quello di ottenere dei piccolissimi pezzetti argentati che brillavano riflettendo la luce. Creò quell’effetto che oggi conosciamo molto bene e che utilizziamo, non solo per rendere luminoso il nostro albero, ma anche in quelle occasioni in cui lo scintillio dei glitter rende tutto più magico.