La plastica in mare è la piaga del secolo: quanto impiega un sacchetto di plastica a deteriorarsi? Parliamo della longevità del veleno più nocivo dei mari.
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La plastica è il materiale che più di tutti dobbiamo iniziare a bandire dai nostri acquisti, ma, ancor prima, dalle fila dei settori industriali che la producono.
Oggi grazie all’approfondimento di Focus.it scopriamo quanto tempo è necessario prima che un sacchetto di plastica possa dirsi definitivamente decomposto.
Ultimamente si sta diffondendo sempre più la cosiddetta “plastica biodegradabile“, una plastica che impiega meno tempo a fare la propria dipartita dall’ecosistema ma ugualmente inquinante.
Sacchetti di plastica in mare: quanto tempo è necessario aspettare prima che smettano di decimare la biodiversità marina?
La plastica, per essere biodegradabile, deve poter essere smaltita e digerita da diversi batteri e microrganismi. Per rendere reale questa eventualità è necessario che la plastica non contenga metalli. Secondo la normativa europea un sacchetto di plastica può essere definito biodegradabile solo se di decompone fino al 90% entro 6 mesi dall’utilizzo.
Il problema, dunque, resta perché se quel 90% viene smaltito senza problemi il restante 10% resta nell’ambiente ad inquinare per anni. La plastica tradizionale impiega dai 10 ai 30 anni prima di riuscire a biodegradarsi: un’infinità di tempo. I ricercatori di Novamont, ci spiega Focus, hanno sviluppato un materiale innovativo: il Mater-Bi.
Si tratta di un tipo di plastica il più possibile simile alla cellulosa e ai suoi derivati per quanto riguarda l’impatto sull’ambiente. Questa nuova famiglia di bioplastiche vanta tempi di biodegradabilità molto rapidi sia in acqua che su terra. L’azienda Hydra Marine Sciences e l’Università di Siena hanno presentato a Roma i risultati dei test condotti sul materiale
I test hanno valutato diversi aspetti del materiale come la disgregazione in ambiente marino e la tossicità rilasciata in acqua. In particolare sono stati analizzati anche i sacchetti per frutta e verdura in Mater-B per testarne la performatività. Questo nuovo materiale impiega dai 2 ai 5 mesi per disgregarsi e circa un anno per scomparire completamente.
La plastica biodegradabile non può ancora definirsi un materiale innocuo ma questo materiale innovativo che emula le fibre di cellulosa e la consistenza della plastica sembra ridurre notevolmente i datti e l’impatto dell’inquinamento da plastica sull’ambiente. Inoltre presenta tossicità nulla per alghe e viventi, fattore di enorme importanza.