Oggi si festeggia Santo Stefano, il primo martire morto in nome di Cristo, il mito e la leggenda del patrono dei muratori
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Oggi si festeggia Santo Stefano, il primo martire della storia cristiana. Non si conosce molto sulla vita di questo Santo, ma è arrivata fino a noi la storia della sua nascita. Si narra che, il giorno in cui nacque Gesù, una donna si recò ad incontrare Maria.
La donna, il cui nome sembra fosse Tecla, non riuscendo ad avvicinarsi alla Madonna per via delle tantissime persone che si erano recate ad onorare Gesù, finse di avere con sè un bambino. Ella desiderava da tanto tempo avere un figlio e la sua intenzione era proprio quella di chiedere un miracolo.
Per farsi largo tra la folla, prese un sasso, lo avvolse nel suo scialle fingendo che fosse il suo bambino. Tutti la lasciarono passare e, così, riuscì ad avvicinarsi alla Madonna. Maria, quando la vide le chiese che cosa portasse in braccio. Tecla rispose che si trattava del suo bambino.
La Madonna comprese subito l’inganno della donna, ma capì anche quanto fosse forte in lei il desiderio di maternità. Maria, allora, le suggerì di scoprire il suo seno e di allattare il suo bambino. Tecla, con suo grande stupore, sentì il sasso che era diventato caldo e scoprì il suo bambino che piangeva.
Tecla aveva ricevuto il miracolo che aveva chiesto, ma prima di andarsene Maria le disse che il bimbo, nato da una pietra sarebbe anche morto a causa di questa. La Madonna aveva predetto la fine del primo martire della Chiesa Cristiana. Di Stefano, che in greco significa coronato, si conosce veramente poco.
Si sa che si unì agli Apostoli dopo la Pentecoste divenendo un discepolo di Cristo. Fu il primo nominato dei sette diaconi incaricati della distribuzione del cibo, soprattutto alle vedove. Fu un uomo di fede che apparteneva alla prima comunità cristiana di Gerusalemme.
La storia del primo martire cristiano
Stefano fu un profondo conoscitore delle Sacre Scritture e questa sua conoscenza gli permise di sostenere una lunga disputa nel sinedrio. Qui proprio a causa delle sue predicazioni che raccoglievano intorno a lui molte persone, in particolare tra gli ebrei, fu arrestato e condannato per blasfemia.
Un gruppo di fanatici si aizzò contro di lui iniziando a colpirlo con dei sassi. Intanto Stefano riusciva a trovare la forza di chiedere a Dio di accogliere il suo Spirito e di non imputare ai suoi esecutori il peccato che stavano compiendo. Secondo il Nuovo Testamento sembra che la morte del Santo sia datata intorno al 36 d.C.
Fu sepolto in Palestina e da qui ha inizio, non solo la proliferazione delle sue reliquie in tutto il mondo cristiano, ma anche la sua santità. Chi toccava una sua reliquia o, soltanto, la sabbia del suo sepolcro, gridava al miracolo. La scelta di festeggiarlo il giorno dopo la nascita di Cristo è semplice: fu il primo a testimoniare la parola di Dio morendo per lui.
Appartiene, infatti, ai Comites Christi, cioè ai compagni di Gesù. La scelta della ricorrenza del 26 Dicembre attesta la necessità di creare una certa coerenza temporale. Durante la messa che si celebra in questo giorno, il sacerdote si veste di rosso, proprio per ricordare il Santo morto martire.
Tradizionalmente, è raffigurato con una dalmatica, il vestito che, anticamente, veniva indossato dai diaconi durante la liturgia. E poichè morì lapidato con delle pietre, divenne il patrono dei tagliapietre, dei muratori e dei diaconi.
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Nel tempo sono state costruite molte Basiliche che portano il suo nome, solo a Roma se ne contano circa trenta. Inoltre, a testimonianza del segno che Santo Stefano ha lasciato nel mondo, in Italia si contano 14 Comuni che portano il suo nome.
Prima del 1947 la festa di Santo Stefano era un giorno lavorativo. Dal ’47 in poi divenne un giorno di festa. Nella tradizione della chiesa ortodossa e di quella protestante, Santo Stefano si festeggia il 27 Dicembre. Fino al 1960, il 3 Agosto di ogni anno si festeggiava il ritrovamento delle reliquie del Santo.
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Tradizione vuole che oggi ci si cimenti in cucina con nuove ricette fantasiose per utilizzare gli avanzi del pranzo di Natale e della cena della Vigilia. C’è chi si ritrova con gli amici che non ha potuto incontrare nei giorni precedenti. E c’è chi si dedica una scampagnata all’aria aperta, sempre tempo permettendo. Oppure c’è chi, semplicemente, si concede un giorno di riposo in più prima di riprendere il lavoro.