Fertilizzanti sintetici, producono il 2,1% delle emissioni di gas serra

Fertilizzanti sintetici, concimi chimici e i danni che causano inquinando l’ambiente ed emettendo grandi quantità di Co2: vediamo in che modo e in che proporzione

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Fertilizzante-Pixabay-OrizzontEnergia.it

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I fertilizzanti sintetici sono sostanze chimiche utilizzate in agricoltura e giardinaggio per conservare o aumentare la fertilità del terreno. Ve ne sono di più tipi e variano a seconda di che miglioramento si vuole conferire al suolo. Concimi, ammendanti e correttivi per arricchire, nutrire o modificare la struttura dei terreni.

I fertilizzanti sintetici sono puramente artificiali e sono sottoposti ad aggressivi processi chimici per ottenere concentrazioni molto precise e controllate. Nella maggior parte dei casi sono sotto prodotti derivati dal petrolio e dal gas naturale. Offrono molti vantaggi di resa, ma altrettanti inconvenienti a livello di impatto ambientale, primo fra tutti il rilascio di gas nocivi nell’atmosfera. La loro produzione e il loro trasporto causano emissioni di carbonio, e il loro uso emette protossido d’azoto, 265 volte più potente dell’anidride carbonica.

I risultati della ricerca sulle emissioni di Co2

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Fertilizzanti-Pixabay-collage OrizzontEnergia.it

Da Torino, il team di ricercatori dell’Università del capoluogo piemontese, con quelli dell’Università di Exter e di Greenpeace, ha scoperto che la filiera dei fertilizzanti sintetici è stata responsabile dell’emissione di oltre il 10% delle emissioni prodotte dall’agricoltura e il 2,1 di quelle globali. Da qui la necessità immediata di attivare una riduzione, soprattutto nei primi 4 emettitori tra cui l’UE.

L’uso di questi prodotti fertilizzanti artificiali è dunque insostenibile, anche se aumentano la resa dei raccolti. In più in questo momento storico i prezzi dei fertilizzanti stanno salendo alle stelle in correlazione diretta alla crisi energetica. Diventa quindi opportuno e indispensabile ridurne l’utilizzo a favore degli agricoltori e della crisi climatica.

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Nature Scientific reports pubblica la ricerca dell’Università di Torino a conferma della situazione deleteria creata dall’uso dei fertilizzanti e soprattutto dell’azoto sintetico. Inoltre provoca l’acidificazione del suolo e la perdita di biodiversità. Anche perchè queste sostanze chimiche vengono impiegate in maniera massiccia.

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Con l’obbiettivo prefissato di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 °C, è quanto mai auspicabile un programma globale che implichi la riduzione dell’uso complessivo dei fertilizzanti. Contemporaneamente è indispensabile aumentare l’efficienza del riciclo dell’azoto nei sistemi agricoli e alimentari.

La strada è quella di un cambiamento nei modelli alimentari che vada verso la riduzione del consumo di carne e dei prodotti lattiero-caserai. Ciò avrebbe un notevole impatto positivo sulle emissioni nocive, in aggiunta anche a pratiche agricole sostenibili per rigenerare i terreni e al riciclo del letame come fertilizzante biologico e indiscutibilmente naturale.

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