Glifosato in agricoltura: metterlo al bando e avere già un’alternativa è possibile. Lo dice uno studio tutto italiano: è la svolta
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Liberare l’agricoltura dal glifosato è uno degli obiettivi più ardui da raggiungere. Si tratta, infatti, di uno degli erbicidi più diffusi ma anche più potenti e controversi. Se da un lato, infatti, secondo l’AIRC, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, sarebbe cancerogeno, dall’altro le autorità europee restano caute prima di prendere decisioni importanti e non si esprimono.
Un accordo ancora non c’è anche se l’Unione Europea a breve dovrebbe pronunciarsi sul suo uso in agricoltura, se metterlo al bado o meno. Nel mentre però la scienza è andata oltre e ha trovato qualcosa di alternativo al glifosato. Si tratta della veccia e lo studio è ad opera dell’Università di Pisa. Vediamo di cosa si tratta nei dettagli.
Glifosato in agricoltura: i risultati dello studio italiano
Dare agli agricoltori una soluzione green per coltivare la terra e mettere finalmente da parte il glifosato. È questa la buona notizia che arriva da uno studio condotto dalla Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Università di Pisa che ha individuato nella veccia, una comune pianta erbacea, il mezzo per cambiare finalmente le abitudini di coltivare la terra togliendo di mezzo una sostanza sospetta e dibattuta da anni.
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La ricerca italiana è stata pubblicata sulla rivista Agronomy for Sustainable Development. Qui si descrivono gli esiti dello studio sottolineando come nel corso di alcuni esperimenti, gli studiosi hanno notato che in un campo coperto di veccia, in cui è stato seminato il girasole, la presenza delle erbe infestanti è stata minima. Secondo i ricercatori questo è stato possibile proprio grazie alla veccia che ha protetto il terreno e ha fatto da fertilizzante naturale per il girasole.
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Secondo gli studiosi dell’università il trattamento effettuato con la veccia è stato incredibile. La pianta, in piena fioritura, è stata devitalizzata usando soltanto un attrezzo che compatta al suolo le piante senza schiacciarle, ma facendole appassire sul terreno. Si è creato così uno strato protettivo per il suolo che ha tenuto a bada le erbacce e ha dato grandi risultati di raccolto, anche superiori al metodo tradizionale che usa il glifosato.