Bonus impianti elettrici: in cosa consiste, chi può fare domanda, quando scade

Se vogliamo migliorare la nostra casa, è bene sapere che ci sono delle opportunità che forse ci possono aiutare.

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Tra i lavori più importanti e fondamentali da svolgere quando avviamo una ristrutturazione o acquistiamo una vecchia abitazione, ci sono anche quelli degli impianti che devono essere a norma. Tali lavori e le relative detrazioni, possono riguardare in maniera indistinta, non solo la prima casa, ma anche la seconda e così via.

Per poterli eseguire e, quindi, usufruire delle relative detrazioni, dobbiamo avere i requisiti necessari. Naturalmente si tratta di investimenti che hanno un certo peso sul nostro budget, ma abbiamo la possibilità di alleggerire tale carico grazie ai fondi stanziati dallo Stato.

L’agevolazione fiscale concessa a chi effettua lavori di rifacimento dell’impianto elettrico consiste nella detrazione IRPEF del 50% del costo sostenuto, fino ad un massimo di €96.000 di importo totale. In sostanza, non si può arrivare a scalare più di €48.000.

La detrazione prevede 10 rate annuali di pari importo e l’aliquota del 50% è in vigore fino al 31 dicembre 2022. Il requisito fondamentale è che i pagamenti siano tracciabili, ossia avvengano mediante un bonifico, postale o bancario.

Su questo devono risultare la causale, con riferimento normativo del Dpr 917/1986 articolo 16-bis, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e quello di chi riceve il pagamento, o partita iva e gli estremi della fattura. Comunque sia, presso gli istituti bancari è possibile farsi consegnare moduli pre-compilati che indicano la dicitura completa ed idonea.

E’ ancora possibile accedere al bonus impianti elettrici?

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Impianto elettrico-Pixabay-OrizzontEnergia.it

I soggetti ammessi per il bonus sono i proprietari o nudi proprietari. Rientrano anche i titolari di un diritto reale di godimento come abitazione, usufrutto o uso, i locatari cioè gli affittuari o comodatari. Si aggiungono gli imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali, i soci di cooperative divise e indivise.

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Rientrano anche i soggetti indicati nell’articolo 5 del Tuir, che producono redditi in forma associata, come per esempio società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice. Se l’acquirente ha regolarmente registrato il contratto preliminare di vendita, allora può effettuare i lavori. Può, quindi, godere del bonus se è nel possesso dell’immobile ed i lavori di ristrutturazione sono svolti a suo carico.

L’impianto deve rispettare la norma CEI 64-8. Questa indica tutta una serie di parametri e vincoli per il progetto, la messa in opera e la verifica. Deve essere un professionista abilitato ad effettuare la certificazione ed è necessaria. Il beneficiario deve avere la Dichiarazione di conformità, DiCo, nel momento in cui viene installato un nuovo impianto.

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Oppure deve ottenere la Dichiarazione di rispondenza, DiRi, che viene redatta quando manca, perchè inesistente od irreperibile, quella precedente. Il rifacimento dell’impianto elettrico non richiede alcun titolo in quanto è opera di edilizia libera e quindi senza necessità di permesso. Non è richiesta nemmeno la dichiarazione ENEA una volta terminati i lavori di rifacimento.

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