Le piante compiono il processo di respirazione ed ora gli scienziati hanno potuto osservare il video di questo incredibile fenomeno naturale: vediamo insieme le implicazioni di questa scoperta.
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Le piante hanno un’importanza fondamentale per la sopravvivenza della vita sul pianeta Terra. Rappresentano la risorsa primaria di alimenti per gli uomini e per gli animali, trasformano la sostanza inorganica in organica, gestendo il flusso di energia solare. Costituiscono dunque il primo anello della catena alimentare.
Rappresentano nell’ambiente una risorsa insostituibile, immettendo ossigeno nell’aria e filtrando gli agenti inquinanti. Contribuiscono a regolare l’umidità atmosferica e il microclima. Altra importante funzione è ottemperata dalle radici che trattengono il suolo ed evitano frane e smottamenti.
Le piante nascono, crescono, si riproducono e muoiono. Sono caratterizzate dunque da un ciclo vitale. La loro funzione principale è la fotosintesi clorofilliana, mediante la quale producono glucosio, a partire da acqua e anidride carbonica, liberando ossigeno sotto forma di gas. Il processo avviene nelle foglie e in tutte le parti verdi della pianta.
Oggi le piante dominano la Terra. La loro massa rappresenta il 90% della massa totale di tutti i viventi del nostro pianeta e sono determinanti per il mantenimento della vita terrestre. Un bene prezioso da preservare anche per il loro contributo indispensabile alla salute della nostra aria, minacciata continuamente dal riscaldamento globale e dalle emissioni dei gas serra.
In ogni cellula delle piante, infatti, avviene il processo inverso della fotosintesi vale a dire la respirazione cellulare. Tale processo avviene nei mitocondri in presenza di ossigeno. Durante la respirazione le molecole organiche sono distrutte per liberare l’energia accumulata nei legami molecolari e contemporaneamente vengono rilasciate anidride carbonica e acqua sotto forma di gas.
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Gli scienziati dell’Università di San Diego hanno ripreso la flora con videocamere specializzate, ed hanno potuto osservare l’azione degli stomi durante la respirazione cellulare. I biologi hanno potuto seguire l’azione di apertura e chiusura delle piccole “bocche” vegetali in reazione ai cambiamenti dei livelli di anidride carbonica.
Tale osservazione potrebbe determinare importanti sviluppi nella produzione dei raccolti. Il meccanismo potrebbe essere sfruttato a favore di una futura ingegneria che si concentrerà sull‘uso corretto dell’acqua delle piante e dell’assunzione di carbonio. Questo si tradurrà in un aiuto fondamentale per ridurre la concentrazione atmosferica di anidride carbonica.
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Altrettando importante sarà la possibilità di regolare l’efficienza della pianta nell’utilizzo dell’acqua per contrastare i fenomeni atmosferici come la persistente siccità, ahimè ben nota alle cronache. Di vitale importanza dunque, l‘aver compreso la percezione delle piante dell’anidride carbonica, e gli input diretti agli stomi per aprirsi e chiudersi, proprio in risposta ai livelli di Co2. Intercettare e modificare questi segnali consentirà la regolazione del giusto equilibrio tra reperimento di Co2 e perdita di acqua, per evitare l’essicazione.