Anche quest’anno gli agricoltori potranno richiedere un contributo per le loro attività, vediamo le ultime novità
Il 2 dicembre 2021 è stato formalmente stipulato l’accordo sulla riforma della politica agricola comune, PAC. La nuova legislazione, che ha inizio quest’anno, nel 2023, apre la strada a scelte più eque e più green. Queste tendono a dare maggiore importanza ai risultati.
Cercherà di garantire un futuro sostenibile in ambito europeo, fornendo un sostegno più mirato alle aziende agricole più piccole ed offrendo anche una maggiore elasticità ai paesi dell’UE affinché possano adeguare le misure alle condizioni locali.
Con la nuova Legge di Bilancio, in vigore il 1°gennaio 2023, parte anche la nuova Politica Agricola Comune, PAC, che ha validità fino al 2027. Migliaia di agricoltori italiani sono pronti a presentare la domanda per poter usufruire del contributo.
Sono stati messi a disposizione 35 miliardi di euro che andranno a coprire i prossimi cinque anni. Essendoci un nuovo sistema di ricalcolo dei contributi, qualcuno rischia, però, di perdere anche mille euro all’ettaro. Entriamo meglio nel dettaglio.
Prima di tutto gli interessati dovranno presentare la domanda entro il 15 maggio 2023, salvo possibili proroghe di un mese. Dopo averle compilate, i richiedenti dovranno consegnarle agli organismi che conferiranno il tributo: alla Regione, se è dotata di uno sportello apposito, oppure direttamente ad Agea, l’agenzia per le erogazioni in campo agricolo.
Le novità che riguardano i contributi in campo agricolo
La procedura può essere intrapresa anche con l’aiuto di un centro di assistenza agricola. Con un’unica istanza si possono chiedere oltre ai contributi base, anche finanziamenti più specifici, come quelli che la nuova Pac riserva ai giovani: 1 miliardo per la digitalizzazione e 2,2 miliardi per chi converte o coltiva secondo il metodo biologico.
Alessandro Apolito, capo del servizio tecnico della Coldiretti, spiega però che non tutti gli agricoltori potranno presentare la domanda. Chi prende meno di 300 euro di contributi per ettaro, per esempio, non ne ha diritto. Una delle novità della politica europea risiede nella modalità di distribuzione dei contributi.
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Questi, non saranno più legati alla produzione, ma quantificati in base ai comportamenti sostenibili applicati dagli agricoltori stessi. Quindi, nella pratica, solo quelli che rispetteranno una serie di impegni ambientali, potranno ricevere il sostegno economico.
Entro il 2027, inoltre, è attesa una ridistribuzione delle somme, chi fino ad ora prendeva più di 2 mila euro per ettaro vedrà i contributi ridursi automaticamente a 2 mila. Quelli che si trovavano più della metà al di sotto del livello di convergenza, avranno circa 10 o 20 euro in più all’ettaro.
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Infine, mentre prima l’85% delle somme dovute erano percepite già a partire da ottobre, ora si rischia di prenderne subito solo il 48%. La parte di sostegno che incide per il 25% del totale, potrà essere ottenuta solo dopo aver dimostrato di aver messo in campo le attività sostenibili richieste.